Fivizzano, Istituto Agrario “Intervenga la Regione”


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La grave situazione di precarietà dell’Istituto agrario di Fivizzano approda in Regione. Sono stati i tre consiglieri regionali della provincia di Massa Carrara, a farsi carico della questione che si trascina da qualche mese e che li ha spinti a presentare una mozione che sarà presto all’ordine del giorno dell’Assemblea toscana.
Se approvato il documento impegnerà la giunta regionale “ad assumere tutte le iniziative possibili per garantire un rapido recupero della piena funzionalità dell’Istituto agrario professionale “Antonio Pacinotti” nel comune di Fivizzano, stante la sua stretta correlazione con la realtà economico-produttiva a vocazione agricola della Lunigiana”.
La sede dell’Istituto agrario, com’è noto, dal maggio scorso è stata dichiarata inagibile dopo le verifiche post-terremoto e quindi per il nuovo anno scolastico l’attività didattica è stata provvisoriamente localizzata presso le officine e il laboratorio elettrico dell’Istituto per l’Industria e l’Artigianato di Fivizzano in attesa dei moduli previsti nei quali collocare le aule e la mensa scolastica (moduli per i quali è stata sostenuta finora una spesa di 240mila euro). Nella mozione, Rossetti, Ferri e Marini, sostengono che l’attuale sistemazione “non consente agli studenti di poter svolgere la necessaria attività pratica presso le strutture dell’istituto, nello specifico le serre per la coltivazione delle piante ornamentali, il vigneto IGT, le aree aperte per la coltivazione di piante finalizzate all’estrazione di olii essenziali e le arnie per la produzione del miele” oltre a pregiudicare “l’attività pratica degli stessi studenti dell’Istituto per l’Industria e l’Artigianato, privati delle officine e del laboratorio elettrico”. I tre consiglieri ricordano che “l’Istituto “Antonio Pacinotti” di Soliera Apuana ha sempre costituito, anche per la presenza di un convitto, un importante punto di attrazione di studenti non solo della Lunigiana, ma anche dal resto della provincia e da quelle di La Spezia e di Lucca, consentendo la formazione di operatori e di nuovi imprenditori agricoli attivi nel territorio, la cui vocazione agricola è conclamata”. Infine, si dicono preoccupati per “il rischio che tale situazione porti ad un progressivo allontanamento degli studenti da questa realtà formativa fortemente connessa con la vocazione economico-produttiva del territorio”.

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