Fusione Comuni Abetone e Cutigliano. Baldi e Niccolai (Pd): “Viviamo fase di riforme e modernizzazione. In Toscana partiamo da Pistoia”


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baldi niccolaiApprovata la proposta di legge che sancisce la fusione dei Comuni della montagna pistoiese, Abetone e Cutigliano

“Nel territorio pistoiese apriamo una fase di modernizzazione per tutta la Toscana. Con la fusione di Abetone e Cutigliano diamo inizio a un percorso importante per i nostri territori. Sulle fusioni, nel rispetto della democrazia, decidiamo e decideremo.  E i cittadini valuteranno le nostre scelte. Molte premesse portate dalle opposizioni a motivazione del loro voto contrario sono contraddette dai fatti che compongono l’intera vicenda – dichiara Massimo Baldi consigliere regionale Pd –  Questa proposta di fusione proviene infatti dall’espressione favorevole dei due Sindaci e dalle due assemblee elettive delle realtà coinvolte: Abetone e Cutigliano. Espressione chiara e irreversibile, come vogliono logica e senso di responsabilità. Abbiamo lavorato affinché il percorso fosse  il più positivo e proficuo possibile per i cittadini e le Amministrazioni. Se la domanda è se il Pd in questa legislatura intenda avviare una nuova prassi, la risposta è sì. Con il parere favorevole, chiaro e irreversibile, delle Amministrazioni comunali e con un risultato complessivo affermativo che sia superiore ai due/terzi del totale, noi onoreremo la democrazia procedendo con la fusione”.

 

“La nuova legislatura regionale, memore delle tante battute di arresto avvenute in questi anni, si è assunta su di sé la responsabilità di arrivare ad una soluzione, forse non la migliore in astratto ma sicuramente la più concreta, realistica e soprattutto condivisa, visto che su questa impostazione (fusione di Abetone-Cutigliano  e di San Marcello-Piteglio) abbiamo trovato per la prima volta il consenso di tutti i consigli comunali interessati – dichiara Marco Niccolai consigliere regionale e segretario provinciale del Pd di Pistoia –  Il Consiglio regionale della Toscana, a differenza di altre regioni, non ha mai formalizzato regole interpretative del referendum; altre regioni, es. Emilia, ritengono che la vittoria del “sì” debba essere valutata rispetto al complesso dei votanti e non in ogni singolo Comune da fondere. Due sono gli elementi essenziali : il primo è il protagonismo dei Comuni rispetto alla fusione. Il processo referendario non è stato subito ma è stato formalmente promosso a ottobre 2014 non dal Consiglio regionale ma da due consigli comunali eletti cinque mesi prima e quindi fortemente legittimati dai propri cittadini; a questo dato, come corollario, si può aggiungere l’elemento che tali consigli comunali, dopo il risultato referendario del 30 novembre u.s. non hanno adottato delibere che modificassero il proprio orientamento. Il secondo è una maggioranza qualificata di sì. Il risultato referendario vede infatti la vittoria del sì non in modo risicato ma in una percentuale, il 75 per cento, che va molto al di là della maggioranza assoluta dei votanti”.

 

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