La Toscana dice basta alle mutilazioni genitali femminili


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Il Consiglio regionale ha approvato la mozione del Pd. Il Capogruppo dem Ceccarelli: «Violazioni dei diritti umani che non può essere tollerata in Toscana ed altrove»

La Toscana si impegna a contrastare la pratica delle mutilazioni genitali femminili. Con la mozione, presentata dal gruppo del Partito Democratico, approvata all’unanimità dal Consiglio regionale la Regione prende impegni precisi. Innanzitutto sarà predisposta una specifica indagine sulle mutilazioni genitali femminili in rapporto alla presenza e alla diffusione in Toscana. Sarà effettuato un esame delle disposizioni di legge attualmente vigenti sul divieto delle pratiche di mutilazione genitale femminile al fine di valutarne il livello di attuazione, sollecitarne l’eventuale applicazione e promuovere eventuali aggiornamenti o modificazioni per aumentare l’efficacia delle misure previste a livello nazionale. Infine sarà predisposta una campagna di sensibilizzazione a livello regionale per contribuire al contrasto di questa pratica criminosa. Dare indicazioni al parlamento per migliorare e rendere meglio attuabile la legge 7 del 2006 che ha l’obiettivo di contrastare questa pratica prevedendo come reato qualunque manomissione dei genitali femminili, qualora non abbia uno scopo terapeutico. Infine, sulla scorta delle informazioni acquisite sarà predisposta una campagna di sensibilizzazione a livello regionale per contribuire al contrasto di questa pratica criminosa. Ad attuare questo importante lavoro di studio e prevenzione sarà la Commissione regionale per le pari opportunità della Toscana, di concerto con il Consiglio e con la Giunta regionale.

«Le mutilazioni genitali femminili sono riconosciute a livello internazionale come una violazione dei diritti umani delle donne, costituiscono una forma estrema di discriminazione di genere e rappresentano una pratica che vìola anche i diritti alla salute, alla sicurezza e all’integrità fisica, il diritto ad essere protetti dalla tortura e da trattamenti crudeli, inumani o degradanti – ha spiegato il capogruppo Pd Vincenzo Ceccarelli – Eppure si tratta di una pratica ancora molto, troppo, diffusa, che ancora oggi, abusivamente, viene perpetuata non soltanto nei paesi di origine ma anche nella nostra civile Europa. Con questo atto vogliamo sollevare il problema e indicare un percorso costruttivo che contribuisca a cancellare questo atto criminoso, per quanto accade nel nostro territorio regionale ma anche oltre i nostri confini regionali».

«Un messaggio molto importante quello che arriva dal Consiglio Regionale su un tema che troppo spesso è sottovalutato ma che coinvolge tante donne e ragazze anche in Toscana – spiega Francesca Basanieri, presidente della Commissione pari opportunità del Consiglio regionale – A pochi giorni dal 25 Novembre la Toscana rassicura tutte le ragazze vittime di questa atroce violenza che si devono sentire sole e che insieme possiamo trovare percorsi e soluzioni per aiutarle. Importante anche il messaggio di fiducia e collaborazione nei confronti della Commissione che rafforza così il suo ruolo di organo di studio, di approfondimento e di elaborazione di tutte le proposte che perseguono il bene delle donne e la parità di genere. Da parte nostra lavoreremo affinché questo problema trovi soluzione concrete nei percorsi di inclusione e anche in quelli sociosanitari e lo faremo coinvolgendo le rappresentanti di tutte le comunità coinvolte».

 

Sono 200 milioni, in 30 Paesi del mondo, le donne che attualmente hanno subìto mutilazioni genitali (sorte che nel 2021 potrebbe toccare ad oltre 4 milioni di bambine e ragazze), e si stima che solo in Italia siano a rischio di MGF dal 15 al 24 % delle ragazze (15.000 circa) di età compresa tra 0 e 18 anni le cui famiglie provengono da Paesi in cui si esegue tale pratica, per lo più dall’Egitto e, in minor misura, da Senegal, Nigeria, Burkina Faso, Costa d’Avorio, Etiopia e Guinea.

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