Lavoro: Agenzia unica contro frammentazione servizi su territorio


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agenzie lavoroPrende corpo l’ipotesi di costituire in Toscana un’Agenzia regionale per il lavoro. E’ quanto emerge dall’informativa svolta dall’assessore alle Attività produttive Gianfranco Simoncini in aula sul documento preliminare alla proposta di legge per il nuovo testo unico sulla educazione, istruzione, formazione professionale e lavoro.

 

L’assessore ha ricordato che da tempo è in corso una riflessione sui servizi per il lavoro, sulla loro efficienza e sul loro costo, un tema particolarmente urgente dopo la decisione di superare le Province, ente da cui dipendono i centri per l’impiego. Simoncini ha rilevato che l’Italia, rispetto alla media europea dello 0,5% del Pil, spende per il loro finanziamento lo 0,03%, con 9.000 operatori diretti rispetto agli 11.000 della Spagna, i 115.000 della Germania, con una media europea di 40.000 addetti. Il problema centrale, a suo giudizio, è l’eccessiva frammentazione, presente anche in Toscana, il cui superamento farà perno su un’Agenzia nazionale del Lavoro, in grado di fare monitoraggio e definire i costi standard, le piante organiche tipo, le procedure e gli standard informatici. Il suo auspicio è che la nuova agenzia nasca su basi federali e non con struttura centralistica, per non ripetere la triste esperienza degli uffici di collocamento.

 

La nascita dell’Agenzia regionale avverrà invece in due fasi distinte. La prima si focalizza sulla sua costituzione, con l’attribuzione di funzioni e compiti per gestire le politiche attive del lavoro, il sistema informativo toscano, l’attività istruttoria, la gestione degli accreditamenti. La seconda fase vedrà l’Agenzia assorbire gradatamente le funzioni gestionali legate al riordino istituzionale, in modo da garantire un’erogazione di servizi senza soluzione di continuità. Il nuovo istituto avrà natura giuridica di ente di diritto pubblico, dipendente dalla Regione, con autonomia organizzativa, amministrativa e contabile, sotto la vigilanza e l’indirizzo della Giunta. Una volta definito il nuovo assetto istituzionale delle Province, all’ente potranno essere attribuiti i servizi di collocamento, incontro fra domanda e offerta di lavoro, gestione delle politiche attive, interventi di prevenzione della disoccupazione, orientamento e obbligo formativo.

 

I centri per l’impiego diventeranno strutture periferiche dell’Agenzia regionale, secondo un’articolazione che tiene conto dei sistemi economici locali. Progressivamente la gestione si estenderà anche alle politiche passive, tramite specifici accordi con Inps.

 

Per Ivan Ferrucci, l’obiettivo è chiaro e l’esperienza di governance maturata in questi anni in Toscana ha consegnato un sistema virtuoso che consente una riforma migliore. Ma occorre essere consequenziali, ha avvertito, in quanto una visione complessiva è la risposta alle esigenze di lavoro. Da qui l’esigenza di una cabina di regia che tenga dentro anche la formazione, i fondi comunitari e il rapporto tra ricerca e imprese.

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