Mukki, Capirossi (Pd) e Spinelli  (2020aSinistra) con una mozione chiedono un tavolo di confronto e massima attenzione per il futuro della filiera del latte.


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Proseguire il monitoraggio nei riguardi del ruolo strategico che la Centrale del Latte di Firenze e la filiera zootecnica ad essa legata hanno svolto in termini economici, occupazionali, ambientali per la Toscana in generale ed per il Mugello in particolare e, inoltre, convocare in tempi congrui, con le modalità che l’emergenza sanitaria in corso richiede, il tavolo di confronto annunciato sulla Centrale del Latte di Firenze. Creando un fronte coeso fra istituzioni pubbliche e soggetti rappresentativi delle realtà produttive della filiera del latte in grado di analizzare la situazione vigente e delineare insieme strategie future relative al comparto e relative alla creazione del distretto rurale e del distretto biologico, alla salvaguardia della qualità del prodotto alla luce dei nuovi assetti societari, oltreché alle possibili ulteriori forme di sostegno regionale ad un settore strategico, in quanto fondamentale fonte economica per il territorio del Mugello. Sono gli impegni che Fiammetta Capirossi, consigliera regionale Pd, insieme alla collega Serena Spinelli, 2020aSinistra, attraverso una mozione sollecitano alla Giunta, con l’obiettivo di salvaguardare le prospettive e la tenuta occupazionale della Centrale del Latte di Firenze.

Fiammetta Capirossi, consigliera regionale Pd

“La filiera del latte – spiega Fiammetta Capirossi – risulta strategica per il nostro territorio sia sotto il profilo occupazionale che della tutela ambientale, ed in questo contesto il ruolo della Centrale di Firenze risulta “decisivo”, in quanto punto di conferimento per 60 aziende toscane, in gran parte del Mugello che annualmente conferiscono 300.000 quintali di latte. Inoltre in questi anni la filiera zootecnica legata alla Centrale del Latte si è irrobustita molto grazie all’impegno, anche in termini economici, profuso dagli allevatori sul versante della qualità (linee “Alta qualità, Mugello, Toscano, Biologico”). Inoltre nel corso di questi anni la Regione Toscana ha messo in atto scelte strategiche di politica agricola per favorire uno sviluppo sostenibile del sistema rurale, basato, tra l’altro, sulla valorizzazione dei prodotti locali. Per il settore agricolo mugellano, solo nel corso degli ultimi cinque anni, risultano impegnate da parte della Regione oltre 30 milioni di Euro con il Primo pilastro (pagamenti diretti e interventi di mercato) e 54 milioni di Euro con il Programma di sviluppo rurale, grazie al quale oltre 120 aziende bio hanno potuto beneficiare di 7,5 milioni di Euro di premio. I quattro Piani Integrati di Filiera relativi al Mugello hanno visto il coinvolgimento di molte aziende zootecniche e della stessa Centrale del Latte di Firenze come soggetto capofila. Occorre dunque proseguire in questo percorso di valorizzazione in cui la regione continuerà a fare la sua parte a fianco delle aziende del territorio e in cui mi auguro anche la nuova proprietà vorrà giocare una parte importante”.

“In questo momento – commenta Serena Spinelli – occorre anche tutelare il prezzo della materia prima, evitando con ogni mezzo che la sovrabbondanza generata dalle momentanee chiusure di bar e ristoranti impatti in maniera strutturale su filiere di alta qualità come quella Toscana. Il percorso costruito grazie a ingenti investimenti pubblici e privati deve essere salvaguardato e rilanciato. Non possiamo permetterci di arretrare in settori avanzatissimi – si pensi al biologico – mentre si afferma con sempre maggior forza l’esigenza di promuovere un’agricoltura sostenibile e modelli di sviluppo rispettosi dei territori.

La filiera del latte nel Mugello rappresenta uno dei perni dell’agricoltura di qualità di questo territorio, tanto che si può parlare di un vero e proprio “distretto biologico” di fatto. Il marchio Mukki, per quanto riguarda il settore zootecnico, è stato promotore nel corso degli anni di questo sviluppo, che non può essere abbandonato a seguito di nuovi assetti societari.

Ci sono in gioco le aziende, che hanno investito su questo settore, e tutti i loro addetti, ma anche la tutela del territorio, la sostenibilità ambientale delle produzioni, grazie anche all’approvvigionamento di materie prime locali che ha saputo generare ricadute economiche e sociali positive su tutti gli attori produttivi del territorio”.

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