Ospedale San Marcello, Venturi: “Sui dati Asl occorre fare una riflessione più ampia”


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venturi2Leggo sulla stampa le informazioni fornite dalla Asl sulla situazione dell’ospedale di San Marcello e che peraltro già mi erano state gentilmente  inviate dalla direzione dell’azienda nei giorni scorsi. Non avendo potuto intervenire personalmente alle assemblee che si sono tenute il 28 febbraio, vorrei proporre alcune considerazioni in merito. In primo luogo vorrei sottolineare l’impegno dell’Asl a investire, assicurando anche per il futuro l’attività del presidio ospedaliero in maniera corrispondente alle esigenze del territorio, così come i dati positivi sullo sviluppo delle cure territoriali, tanto più necessarie nell’area montana per la difficile mobilità e per la forte presenza  di popolazione anziana. Non altrettanto posso dire a proposito di quelli che potremmo definire servizi “salvavita”, che costituiscono un’esigenza primaria proprio in ragione delle difficoltà presenti nel poter raggiungere in tempi accettabili gli altri ospedali più vicini. Come si ricorderà, infatti, al momento in cui venne decisa la riorganizzazione della chirurgia, fu da tutti richiesto, ed a quanto mi risulta accettato, che si operasse parallelamente sul piano del potenziamento dei servizi salvavita, della rete dell’emergenza e per quanto possibile di quelli di traumatologia in relazione al comprensorio sciistico. Potenziamento dunque, cioè oltre quanto all’epoca esistente. Ebbene su questo non si hanno dati che possano confermare questo impegno. Da profano osservo che risultano in numero assai minore del passato i casi più gravi trattati al punto di pronto soccorso ospedaliero e assai meno sappiamo dell’effettiva attività traumatologica svolta. Osservo che, essendo stato trattato nell’ultimo anno un numero inferiore di pazienti (soprattutto dei codici a maggiore criticità) rispetto all’anno precedente, questo – e sarei lieto di essere smentito dai fatti –  non appare certo come effetto di un potenziamento del servizio.
Dico questo sul piano della rispondenza  tra quanto programmato e gli effetti concreti che oggi possiamo verificare.
Ma oggi, ad un anno dal riordino, appare opportuno valutare alla luce dell’esperienza se non sia il caso di rivedere anche quegli indirizzi che oggi si dimostrano non adeguati alla situazione. Per questo ritengo che una riflessione più ampia si renda necessaria soprattutto sul fronte dei servizi salvavita, in modo da non penalizzare le popolazioni montane rispetto alla più essenziale di tutte le prestazioni che il sistema sanitario deve assicurare a tutti i cittadini.

Gianfranco Venturi

Consigliere regionale PD

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