Piano regolatore porto di Piombino, Tortolini: “Approvato lo strumento più importante di riconversione economica della città. Ora il governo adotti l’accordo di programma”


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“Nella giornata di ieri abbiamo avuto la manifestazione dei lavoratori, l’approvazione del Piano regolatore del porto in consiglio regionale, il sindaco e le istituzioni dal ministro per lo sviluppo economico. Questo significa che siamo in campo non solo per difendere la Piombino di oggi, quanto per dare un futuro ad un territorio che ha grandi potenzialità che vengono soprattutto dal mare e che si legano intimamente alla competitività del polo siderurgico”. Dichiara Matteo Tortolini consigliere regionale Pd, intervenuto in aula durante il dibattito sull’approvazione del Piano Regolatore del Porto di Piombino, votato dalla maggioranza e che ha visto le astensioni di Udc e Più Toscana e il Pdl che non ha partecipato al voto.  “Stiamo parlando della crescita di tre volte delle superfici utili portuali, della 398, di due accessi ferroviari e un pescaggio medio nei fondali di 13-15 metri con banchina a – 20.  578 milioni di interventi previsti comprese le bonifiche di cui 150 già stanziati. Uno strumento che potrà attivare importanti investimenti privati all’interno di uno dei più rilevanti progetti di riconversione economica del territorio e di competitività del comparto siderurgico”. Durante il dibattito il Pdl non ha partecipato al voto per l’impossibilità di approfondire il provvedimento che solo il giorno precedente alla seduta del consiglio è stato varato dalla commissione competente. “Credo non sia il tempo delle polemiche, anzi, ringrazio l’ufficio di presidenza e i capigruppo dell’opposizione che hanno permesso la convocazione di un Consiglio d’urgenza che altrimenti sarebbe slittato a settembre ritardando la predisposizione degli atti per la realizzazione delle opere finanziate soprattutto del primo stralcio, funzionale al possibile accoglimento della Concordia – conclude Tortolini – Ora tocca al Governo approvare l’accordo di Programma per smobilitare le risorse previste dal decreto sulle aree industriali in crisi”

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