Il Consiglio regionale della Toscana ha approvato dalla maggioranza con anche i voti del M5S una nuova legge per sostenere le famiglie in condizioni di povertà energetica, introducendo un meccanismo virtuoso che promuove l’uso di energie rinnovabili
“La Toscana vara una legge per dare un sostegno concreto alle famiglie che affrontano difficoltà economiche legate alle spese energetiche, attivando al contempo la diffusione di impianti di energia rinnovabile. È una misura innovativa a livello nazionale, perché combina il beneficio ambientale dell’installazione di impianti fotovoltaici con un sostegno sociale attraverso l’erogazione di un bonus”. È quanto dichiara Gianni Anselmi, consigliere regionale del Partito Democratico e presidente della Commissione Sviluppo Economico, ha illustrato in Aula la proposta di legge “Misure per il contrasto alla povertà energetica”.
“La normativa prevede che i beneficiari di finanziamenti pubblici nell’ambito dei programmi regionali legati ai fondi strutturali dell’Unione Europea per l’installazione di impianti per la produzione di energia rinnovabile si impegnino a cedere alla Regione le risorse provenienti dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE) relative all’energia non autoconsumata – continua Anselmi – Queste risorse saranno destinate all’erogazione di un contributo di solidarietà energetica, un bonus rivolto ai nuclei familiari intestatari di un’utenza elettrica in condizioni di povertà economica. Le persone che ne avranno i requisiti potranno ricevere il contributo presentando semplicemente la bolletta”.
“Secondo i dati dell’Osservatorio Sociale Regionale, il 21% delle famiglie toscane non può permettersi di riscaldare o raffrescare adeguatamente la propria abitazione – sottolinea Anselmi – Con questa legge, la Toscana contribuisce a fornire una risposta concreta a bisogni primari, come quelli energetici”.
Durante i lavori in Commissione Sviluppo Economico, sono stati introdotti due elementi nella normativa. “Da un lato, i soggetti pubblici dovranno cedere alla Regione una percentuale di contributi pubblici ricevuti per la realizzazione degli impianti, e non più il 100% – prosegue Anselmi – Questo risponde alla richiesta dei Comuni di non rinunciare completamente ai crediti maturati dal GSE, permettendo loro di trattenere una quota da destinare a progettualità comunali. Dall’altro, si è aperta la possibilità per soggetti terzi di contribuire al rafforzamento di questo fondo, sostenendo le misure di contrasto alla povertà energetica”.
“È una misura importante che si ispira a esperienze nazionali come il reddito energetico, a sostegno dei nuclei familiari e delle persone più vulnerabili – conclude Anselmi – Rappresenta un passo avanti nell’affrontare un fenomeno complesso, aggravato dall’aumento dei prezzi dell’energia e dalla crisi geopolitica degli ultimi anni”.