Responsabilità penale e civile dei sindaci: una mozione chiede la modifica del Tuel


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Massimiliano Pescini: “I sindaci non possono continuare a essere gli unici capri espiatori di ogni cosa che succede e non possono rimanere le uniche istituzioni sulle quali riversare il peso di scelte dalle responsabilità enormi.”

 

Dopo la condanna della sindaca di Torino Chiara Appendino per la tragedia di piazza San Carlo del 3 giugno 2017, quando, durante la proiezione della finale di Champions League, si scatenò il panico tra la folla e la calca provocò 1500 feriti e la morte di tre persone, si è riaperto il dibattito sul ruolo dei primi cittadini nella prevenzione delle tragedie.

Il sindaco di Bari e presidente dell’Anci Antonio de Caro ha scritto un appello al Parlamento, firmato da oltre 3.500 colleghi, per chiedere la revisione delle norme del Testo unico degli enti locali su cui si fonda la responsabilità dei sindaci: che finiscono per pagare «personalmente e penalmente – si legge nell’appello – per valutazioni non ascrivibili alle loro competenze».

Ora il gruppo del Partito democratico presenta al consiglio regionale una mozione che va in quella direzione: “Il tema posto dalla condanna è di quelli di cui da anni si chiede un serio ed approfondito intervento normativo. In un continuo moltiplicarsi di norme, procedure, obblighi ed incombenze ulteriormente aumentate anche a causa della emergenza epidemiologica in corso, i sindaci non possono continuare a essere gli unici capri espiatori di ogni cosa che succede e non possono rimanere le uniche istituzioni sulle quali riversare il peso di scelte dalle responsabilità enormi” spiega Massimiliano Pescini, vice capogruppo del Pd e primo firmatario della mozione.

“Come dall’appello dei sindaci Anci il nostro atto non chiede immunità o impunità, ma una seria e giusta revisione delle responsabilità penali e amministrative che riguardano i sindaci nell’esercizio quotidiano del loro lavoro. Oggi sul fronte penale il ruolo politico e quello di gestione si confondono. Se non si interviene-conclude Pescini-  si rischia che non si trovino più cittadini disposti a candidarsi a sindaco, soprattutto nei piccoli comuni”. 

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