“Ritorno al progetto originale della Regione, secondo il percorso che già con l’approvazione della legge ci eravamo dati”
La revisione della zona-distretto Arezzo – Casentino – Valtiberina , con la creazione di una zona automa Casentino-Valtiberina, è il ritorno alla proposta inizialmente elaborata come ottimale dalla Regione, oggetto di un accurato studio del territorio.
Il processo di riforma del zone, non dimentichiamocelo, è infatti il prodotto di un serio lavoro tecnico, checché vogliano far credere le opposizioni. Tiene conto delle caratteristiche territoriali e dei profili di salute delle varie aree, e dei vincoli normativi posti per la strutturazione dei servizi dalla legislazione statale. Questi dati e questi fatti rendevano inscindibile l’aggregato territoriale e sociale Casentino-Valtiberina. Un’ipotesi che a quel tempo il territorio, per molteplici motivi, non seppe recepire, portando all’aggregazione con Arezzo nella nota impossibilità di mantenere le zone socio-sanitarie separate. Non volontà, impossibilità. In ragione delle dimensioni dei bacini demografici imposti dalla legge. L’accorpamento delle zone, è bene ricordarlo, non pregiudica la quantità e la qualità dei servizi offerti, ma crea le condizioni perché queste vadano a crescere, grazie all’aumento della massa critica cui vano a riferirsi.
Senza polemica, mi pare dunque sorprendente il giubilo del centrodestra, che vuole rivendicare la scelta come proprio merito. Perché la revisione della zona era già in essere al momento dell’approvazione della legge. Dove, come PD, abbiamo inserito una clausola valutativa orientata proprio a verificare la funzionalità delle zone come disegnate nella legge 11,già dalla prima sua attuazione. Con l’impegno a rivederle, se questa funzionalità (rispetto alla migliore organizzazione delle risposte al bisogno di salute del cittadino) avesse dovuto dimostrare lacune e incertezze.
In accordo col capogruppo Marras, io mi astenni dal voto della legge, motivando espressamente la scelta come un impegno verso il territorio a monitorare gli effetti della riorganizzazione e a ripensare le scelte fatte, se utile a migliorare la riposta al cittadino. L’iniziativa annunciata dall’Assessore Saccardi attua questi impegni, ampiamente conosciuti. Con le procedure previste dalla stessa legge di riorganizzazione delle zone, che chiama la Giunta a proporre all’approvazione del Consiglio, con delibera, la revisione.
Così Lucia De Robertis vicepresidente del Consiglio Regionale replica ai commenti sulla revisione zona distretto Arezzo – Casentino – Valtiberina.