Sanità: via libera del Consiglio alla revisione dei distretti socio-sanitari. Scaramelli (PD): “Un testo che risponde ai territori con nuove risorse e opportunità per i sindaci”


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L’aula del Consiglio regionale ha approvato a maggioranza la proposta di legge in merito alla revisione degli ambiti territoriali delle zone distretto.

scaramelli_02“Il testo che abbiamo portato oggi in aula – spiega Stefano Scaramelli, presidente commissione Sanità –, è frutto di una discussione approfondita e condivisa ed ha, a mio avviso, un grande valore politico perché permette ai sindaci di riappropriarsi non soltanto della programmazione e del governo, ma anche della gestione diretta dei servizi sui territori. Il punto più rilevante è la scelta netta che si fa verso la Società della salute, prevedendo anche incentivi finanziari per le realtà che integreranno servizi pari ad un massimo di 450mila euro l’anno per cinque anni. Sono molto soddisfatto del lavoro svolto, siamo riusciti a tradurre al meglio le istanze dei territori e il lungo lavoro di ascolto si è tradotto in una norma che possiamo definire la seconda gamba della riforma del sistema sanitario toscano, il tutto nel rispetto dei tempi che come commissione ci eravamo prefissati”.

“Data la portata della riorganizzazione dei distretti sui territori, per venire incontro, in particolare, alle amministrazioni che nei prossimi mesi andranno a rinnovo, abbiamo deciso di fissare al 1 gennaio 2018 la data in cui prenderà effettivamente il via il nuovo sistema. I sindaci avranno tempo 30 giorni per condividere tra di loro le modalità di gestione e, se condivideranno le scelte, vedranno una maggiorazione del 30% delle risorse a disposizione per erogare nuovi servizi per l’assistenza domiciliare, gli ospedali di comunità e quindi per attività di prevenzione a favore di anziani, disabili, non autosufficienti. Ci tengo a sottolineare in breve anche gli altri punti principali della legge – aggiunge Scaramelli –, che sono: il venir meno del limite degli abitanti e quello dei Comuni per la definizione di ogni zona; la rappresentanza per le realtà periferiche; il quadro normativo certo per le risorse e per il personale delle Società della salute; il ruolo attivo delle Asp (Aziende servizi alla persona) e le nuove opportunità per il volontariato e per le consulte delle associazioni nel partecipare alla programmazione dei servizi nel territorio; è prevista, infine, la possibilità di ridefinire i perimetri delle aziende sanitarie per agevolare integrazioni di zone distretto che hanno identità territoriale nelle zone di confine”.

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