Scuola, protesta del personale in appalto; Baccelli (Pd) porta il caso in Regione: “In Toscana a rischio oltre 200 posti. Lucca la provincia più colpita”


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A seguito della protesta del personale scolastico in appalto avvenuta ieri a Firenze davanti alla sede della Regione Toscana, il consigliere del Partito Democratico, Stefano Baccelli, presenta una mozione per chiedere l’impegno della Giunta affinché siano salvaguardati i posti di lavoro

 

“Il processo di internalizzazione del personale in appalto della scuola in Toscana mette a rischio oltre duecento posti di lavoro, di cui 52 nella provincia di Lucca, la più colpita. Una situazione insostenibile per le scuole del territorio lucchese che potrebbero perdere un terzo del personale in questione. A determinare tale situazione di grande incertezza il bando statale che prevede oltre 10mila assunzioni, a fronte dei 16mila lavoratori del settore. A rischio ci sono non solo i posti di lavoro ma anche la qualità del servizio scolastico. Voglio esprimere solidarietà e vicinanza ai lavoratori ieri in presidio a Firenze insieme alle organizzazioni sindacali davanti alla sede della Regione. Nei prossimi giorni porterò una mozione in Consiglio regionale per chiedere alla Giunta di far sentire la propria voce presso il Governo affinché siano salvaguardati i posti di lavoro e di conseguenza si mantengano le caratteristiche attuali del servizio scolastico”. È quanto dichiara Stefano Baccelli, consigliere regionale del Partito Democratico e presidente della IV Commissione sul percorso di internalizzazione del personale in appalto della scuola.

 

“Trovo inspiegabile che per avviare un processo di stabilizzazione si debbano mettere a rischio migliaia di posti di lavoro – continua Baccelli – senza tener di conto della perdita che questo comporterebbe in termini di qualità del servizio, così come giustamente espresso anche dai sindacati. Uno scenario da scongiurare con ogni strumento a nostra disposizione. Per questo invito anche la Regione Toscana a sostenere la battaglia delle tante lavoratrici e lavoratori che chiedono legittimamente garanzie sul loro futuro”.

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