Tumore al seno, Scaramelli: “Screening più ampi, no ticket per mutazioni di geni, nuovi professionisti e norme all’avanguardia”


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Nel mese della prevenzione (Ottobre Rosa) il presidente della commissione Sanità  fa un bilancio dell’impegno della Regione

 

“Ampliamento degli screening, esenzione ticket per mutazioni di geni, nuovi professionisti di alto profilo che operano sul territorio, norme d’avanguardia”. Così Stefano Scaramelli, presidente della commissione Sanità in Regione , commenta in occasione di Ottobre Rosa, il mese della prevenzione del tumore al seno, quanto e cosa sta facendo la Regione. “La Toscana – spiega Scaramelli – in questi quattro anni ha investito tanto e bene sul fronte del tumore al seno. Un impegno che ha portato la nostra Regione ad essere la prima d’Italia in cui è più alto il livello di sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi di un tumore. La Toscana detiene, infatti, il record nazionale di sopravvivenza tra le donne (65%) ed è seconda solo alla Valle d’Aosta tra gli uomini (56%). La nostra Regione per intervenire in maniera concreta sulla prevenzione ha ampliato i programmi di screening mammografico. Se prima erano rivolti a tutte le donne di età compresa tra i 50 ed i 69 anni, adesso la Regione Toscana ha allargato l’invito alla prevenzione dai 45 ai 74 anni. Uno sforzo sistemico a cui si aggiunge lo screening intensivo. Alcuni pazienti- prosegue il presidente della commissione Scaramelli- , portatori di mutazioni di particolari geni, sono a maggior rischio di sviluppare tumori: al seno e alle ovaie nelle donne, alla prostata negli uomini. Per questi pazienti la Regione ha stabilito che il percorso di sorveglianza e screening intensivo sia totalmente gratuito, senza il pagamento del ticket. I toscani oggi vivono più a lungo perché fanno più screening, il nostro sistema sanitario regionale prevede realmente la possibilità di fare prevenzione. Ed è la prevenzione il principale fattore di riduzione della mortalità, in entrambi i sessi. Sono 18.550 i casi di tumore in Toscana, con 100 diagnosi in meno rispetto al 2018. A oggi sono 50mila i pazienti guariti in Toscana, 125mila vivono invece con un tumore cronicizzato. La ragione risiede nelle migliori terapie e nei più esami che fanno i malati che consentono di sopravvivere più a lungo. Sulla cura è importante sottolineare l’arrivo nel nostro territorio di professionisti di grande valore come Donato Casella, nuovo Direttore dell’Unità Chirurgia Oncologica Mammella dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Siena, intorno al quale azienda e territorio devono costruire e armonizzare anche a livello periferico la Breast Unit, l’unità specializzata nel trattamento del cancro del seno, che in Italia è il più frequente fra le donne in tutte le fasce d’età. Una Breast Unit a servizio delle Scotte, dell’area senese, Val d’Elsa, Val di Chiana e Amiata. Anche l’attività legislativa regionale ha visto un nuovo impulso su questo settore rendendo la Toscana all’avanguardia nella prevenzione e cura dei tumori al seno. Siamo la prima Regione, infatti, a varare una normativa che prevede la presenza di un senologo o un oncologo nelle commissioni di invalidità. L’istanza era partita dal mondo dell’associazionismo, dalla forza e gentilezza delle donne che in Commissione sanità hanno rappresentato la voce di quante hanno incontrato nella loro vita il tumore al seno. Questo fine settimana – conclude Scaramelli– si è concluso il convegno di Iosempredonna che ha portato a Chianciano Terme donne da tutta Italia e non solo per il concorso letterario e per il convegno scientifico di alto livello che ha visto anche la partecipazione di Gianni Amunni direttore di Ispro, Istituto per lo studio la prevenzione e la rete oncologica, ente nato con una legge regionale del 2017 per promuovere, misurare e studiare azioni di prevenzione primaria, secondaria e terziaria dei tumori e di organizzare e coordinare, in sinergia con le aziende e gli enti del servizio sanitario regionale le attività di prevenzione, diagnosi, cura e ricerca in campo oncologico”.

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