“Una legge regionale organica per il vivaismo”


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Oltre 2400 aziende per una superficie coltivata di oltre 6500 ettari, al netto delle aziende a lavorazione mista (anche floricoltura), con una produzione di qualità e un mercato di dimensione internazionale, che, assieme alla vitivinicoltura, costituisce il traino delle produzioni vegetali dell’agricoltura toscana, cioè del 70% della produzione vendibile del settore regionale. Poche aziende medio-grandi che detengono la maggioranza delle superfici coltivabili e tante piccole imprese, spesso a carattere familiare, con poca o pochissima superficie agricola utilizzata pro capite, prevalentemente incentrata sulla pianura pistoiese (quasi 1500 aziende). Queste le dimensioni del fenomeno vivaismo in Toscana. Un settore che regge nel tempo – anche per assenza di concorrenti sui mercati internazionali – la sfida del mercato globale. Un’attività a forte impatto sulle risorse essenziali dell’ambiente (territorio, acqua, aria) chiamata proprio ad un’evoluzione all’insegna della sostenibilità ambientale da cui dipende la stessa sopravvivenza del comparto. Sono questi i numeri e le motivazioni che hanno spinto i consiglieri regionali del Pd Caterina Bini e Gianfranco Venturi a presentare una proposta di legge regionale, con l’obiettivo di dotare la Toscana di “uno strumento legislativo unitario ed organico, dotato di certezza e continuità temporale delle sue disposizioni, chiamato a costruire indirizzi condivisi di sviluppo ecocompatibile del vivaismo, ma anche a sostenere concretamente, nel rispetto dei vincoli Ue, il sistema delle aziende operanti nel territorio”. La proposta è stata presentata oggi pomeriggio a Pistoia, con un convegno promosso dal gruppo consiliare Pd in Regione, al Centro sperimentale per il vivaismo di via Ciliegiole. Dopo l’illustrazione del progetto normativo, a cura di Bini e Venturi, sono seguiti gli interventi dei rappresentanti delle associazioni di categoria e di alcuni operatori del settore. I lavori, coordinati dalla presidente della Provincia Federica Fratoni, sono proseguiti con gli interventi di Loris Rossetti, presidente della commissione agricoltura del Consiglio regionale, Gianni Salvadori, assessore regionale all’agricoltura e Vittorio Bugli, capogruppo del Pd in Regione. «E’ il proseguimento di un impegno – ha spiegato Caterina Bini – preso anche recentemente in campagna elettorale. Si tratta di una proposta che nasce dall’attenzione della Regione verso questo settore, che viene da lontano, e si sviluppa con il decisivo contributo degli operatori che viene a seguito di una fase di ascolto e di dialogo. Avevamo sperimentato in passato – ha aggiunto Bini – anche progetti pilota, ma oggi crediamo sia venuto il tempo di una disciplina davvero organica e strutturale, che sostenga un settore di punta del nostro export, non solo di quello pistoiese ma dell’intera regione. Oltre ad affrontare – ha concluso la consigliera – alcune “urgenze” ambientali: dall’uso dell’acqua al recupero di energia». «Pensiamo sia necessario – ha detto Gianfranco Venturi – aiutare le imprese vivaistiche favorendo anche una loro evoluzione tecnica, gestionale, professionale, attraverso strumenti dedicati per l‘innovazione, la formazione: il tutto per rilanciare la competitività delle imprese. La proposta di legge – ha continuato Venturi – si muove su due “assi portanti”: l’individuazione delle aree “vocate”, non come esclusive ma come prioritarie per l`applicazione dei benefici della legge e l’introduzione di un nuovo strumento di programmazione, il Piano regionale dell’attività vivaistica. Infine – ha concluso il consigliere – prevediamo una serie di altri interventi: dalle agevolazioni alla semplificazione burocratica per le imprese, dall’implementazione del verde per abbattere l’inquinamento e per “vestire” e curare il paesaggio toscano a una specie di marchio di qualità, una “label” ad adesione volontaria che chiameremo “Piante di Toscana”».

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