Bonus edilizi e agevolazioni fiscali, Ceccarelli: «Con nuove norme effetti negativi per la ripresa»


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Il decreto “Sostegni ter” del Governo modifica l’utilizzo delle agevolazioni fiscali per interventi edilizi ma Vincenzo Ceccarelli, Capogruppo Pd in Consiglio regionale, ammonisce: «Non limitare la cessione del credito. Rischio effetti negativi per imprese e cittadini e per la ripresa»
 
«Sulle alle agevolazioni fiscali relative ai bonus edilizi serve una disciplina del credito che non ostacoli la fruibilità da parte di cittadini e imprese», a chiederlo è Vincenzo Ceccarelli, Capogruppo Pd in Consiglio regionale annunciando di aver depositato una mozione in proposito.
Nella prospettiva di supportare la ripresa dell’economia a seguito della pandemia da Covid-19, il Governo ha introdotto una serie di agevolazioni fiscali tra cui quelle per interventi di recupero del patrimonio edilizio e riqualificazione energetica, di adozione di misure antisismiche, di recupero o restauro della facciata degli edifici esistenti, di installazione di pannelli fotovoltaici e di colonnine per i veicoli elettrici. La concessione di tali incentivi sotto forma di credito fiscale è stata accompagnata dalla possibilità di poter trasformare le detrazioni fiscali previste dal decreto anche in un credito d’imposta cedibile a terzi. Nell’ultimo decreto sostegni, con lo scopo di contrastare le crescenti frodi nel settore delle agevolazioni fiscali ed economiche, il Governo ha previsto norme più stringenti che limitano l’utilizzo della cessione del cretino.
Nello specifico il decreto prevede che i crediti relativi ai bonus edilizi e quelli emergenziali possano essere ceduti una sola volta ed estende tale limitazione anche allo sconto in fattura, disponendo  che i fornitori e le imprese  che effettuano lavori applicando tale agevolazione, possano recuperare lo sconto sotto forma di credito d’imposta e cederlo una sola volta ad altri soggetti, compresi banche ed intermediari finanziari, i quali non avranno tuttavia la possibilità di successiva cessione. I crediti che alla data del 7 febbraio 2022, siano stati precedentemente oggetto di una delle opzioni di cessione o sconto in fattura possono costituire oggetto esclusivamente di un’ulteriore cessione ad altri soggetti, compresi gli istituti di credito e gli altri intermediari finanziari.
Preoccupazione è già stata espressa da alcune associazioni di categoria, in particolare del comparto edile, le quali ravvisano che la norma, comportando una serie di limitazioni al meccanismo di cessione del credito, potrebbe incidere e gravare in maniera negativa sui cittadini e sulle imprese – in primo luogo per le già accertate difficoltà degli istituti di credito nell’accettare la cessione da parte dei privati – creando criticità anche per quanto concerne l’adempimento dei contratti dalle stesse sottoscritti con la propria committenza.
«Crediamo sia necessario adottare misure che non vanifichino l’intento originario della norma e che non ostacolino l’accesso al credito da parte dei cittadini e delle imprese, con una conseguente contrazione degli investimenti – spiega Ceccarelli – Pur condividendo l’orientamento del Governo finalizzato a contrastare le frodi fiscali, che per noi rimane una priorità assoluta, crediamo sia giusto raccogliere le preoccupazioni che arrivano dalle associazioni di categoria. Per questo chiediamo che nella fase di conversione del decreto “Sostegni ter” il Governo e il Parlamento si impegnino a modificare la disciplina della cessione del credito affinché non siano ostacolate la fruibilità da parte di cittadini e imprese».
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