Crisi Unicoop Tirreno. Marras, Anselmi e Gazzetti (PD): “Massima attenzione alla principale impresa cooperativa commerciale della costa, interveniamo per evitare l’impatto sociale della crisi”


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“Unicoop Tirreno è la più grande impresa cooperativa commerciale della Toscana costiera – spiegano il capogruppo PD Leonardo Marras e i consiglieri regionali Gianni Anselmi e Francesco Gazzetti – e tra le più grandi del centro Italia. La situazione di difficoltà in cui versa ci è nota da tempo, ma di fronte al piano industriale presentato ai sindacati e ai lavoratori, non possiamo che sollecitare alla Giunta regionale un impegno forte e tempestivo, anche considerando il fatto che l’area principale di riferimento della Cooperativa include aree definite di crisi complessa e per questo già oggetto di incentivi e misure dedicate a favorire la ripresa”.

I numeri di Unicoop Tirreno: poco meno di un milione di soci, 4500 dipendenti, 100 punti vendita e 29 sezioni soci, nel 2015 ha tagliato il traguardo dei 70 anni di attività mantenendo sempre la sede legale a Piombino, dove è stata fondata. Nel 2015 l’esercizio del Gruppo si è chiuso con una perdita consolidata di 16 milioni e 264 mila euro (a fronte della perdita di 16 milioni e 967 mila euro del precedente esercizio) ed un patrimonio netto consolidato di 175 milioni e 585 mila euro (191 milioni e 201 mila euro mila euro al 31.12.2014); secondo stime sindacali, anche il 2016 dovrebbe chiudersi con una perdita di circa 25 milioni.

Il piano industriale presentato dall’azienda prevede la chiusura di 12 punti vendita e degli uffici del e-commerce e la cessione di altri 8 negozi. Dal punto di vista occupazionale, tale revisione dei punti vendita si accompagnerebbe a 481 esuberi di dipendenti a tempo pieno, 160 nella sola sede di Vignale Riotorto, 95 nei punti vendita che rimarranno aperti, 116 nei supermercati da vendere, 110 in quelli da chiudere.

“Con questa mozione – proseguono i consiglieri – impegniamo la Giunta regionale ad attivare quanto prima un tavolo regionale sulla crisi aziendale puntando l’attenzione sulla chiusura e la cessione dei punti vendita nelle province di Grosseto e Livorno e, conseguentemente, sui licenziamenti che interesserebbero complessivamente quasi 600 persone, come sostenuto dai sindacati. Questa operazione avrebbe un impatto devastante sulla già debole economia dell’area, mettendo in ginocchio molte famiglie e privando i cittadini di servizi essenziali come sono i supermercati nei piccoli paesi. È fondamentale, dunque, mettere in atto ogni possibile misura per ridimensionare gli effetti sociali di questo piano di esuberi, soprattutto in un territorio che già da tempo fai i conti con una grave crisi occupazionale”.

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