Donne licenziate al The Space di Livorno, Gazzetti (Pd) presenta un’interrogazione: “Chiedo chiarezza e impegno per una soluzione positiva della vertenza”


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Sulla questione dei licenziamenti delle 8 donne in servizio al cinema  The Space il consigliere regionale Francesco Gazzetti presenta un’interrogazione che coinvolge direttamente la Giunta. L’obiettivo, come specificato nell’atto appena depositato, è quello di fare chiarezza sul rispetto del contratto collettivo di categoria e più in generale sul rispetto delle normative vigenti  a tutela dei lavoratori da parte delle aziende coinvolte. “Come avevo annunciato- ha commentato Gazzetti che nei giorni scorsi ha parlato con le donne interessate nella vertenza- quella del licenziamento in tronco di 8 lavoratrici, fra cui una ragazza in maternità ed una in aspettativa, è una vicenda che merita di essere portata all’attenzione del Consiglio e con questa interrogazione  a risposta scritta intendo approfondire la questione, darle spazio e verificare le azioni da mettere in campo per favorire una risoluzione positiva della vertenza”. Nell’atto, già protocollato dagli uffici del Consiglio,  il consigliere interroga anche il presidente della giunta per “valutare un eventuale intervento presso la società uscente  e subentrante nel contratto di appalto per il servizio di pulizie presso il  cinema The Space . “Si tratta – ha aggiunto Gazzetti- di persone che da ben 13 anni sono in servizio per le pulizie all’interno del cinema e i sindacati in maniera unitaria (da Uiltucs Toscana Costa, Filcams Livorno e Fisascat Livorno) sono al fianco  delle lavoratrici per la maggior parte monoreddito  e per le quali la perdita di questo lavoro può comportare davvero conseguenze gravi”. Come spiegato nell’atto,  le otto lavoratrici dipendenti della società Global service 76 che gestisce l’appalto di pulizie presso il cinema livornese, sarebbero state licenziate e sostituite durante la manifestazione legittima del diritto di sciopero, da sei addette, ingaggiate per svolgere le pulizie di routine. “Questo – ha concluso Gazzetti- è un aspetto che desta incredulità  e  rappresenta davvero una mancanza di rispetto dei diritti di chi lavora e sollecita ulteriormente il bisogno di chiarezza”

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