Legge 194, Nardini interroga la Giunta: “Vogliamo conoscere lo stato di attuazione della norma per risolvere criticità”


Share

194okokPresentata un’interrogazione in merito all’attuazione della legge 22 maggio 1978, n. 194 (Norme per la tutela sociale della maternità e dell’interruzione volontaria della gravidanza), prima firmataria, Alessandra Nardini, consigliera regionale Pd

 

“Si è raggiunta o no nella nostra regione una omogenea attuazione della legge 194, sull’interruzione volontaria di gravidanza? Chiediamo un’indagine sullo stato attuale, poiché, secondo quanto prevede la legge, spetta proprio alle Regioni controllare e garantirne lo svolgimento”. A sollecitare la Giunta per una panoramica sullo stato dell’arte della 194 nella nostra regione è Alessandra Nardini, consigliera regionale Pd, attraverso un’interrogazione a risposta orale, di cui è prima firmataria, e che è stata sottoscritta anche dalle colleghe Fiammetta Capirossi, Elisabetta Meucci, Monia Monni, Serena Spinelli e Valentina Vadi.

 

“Sarebbe altrettanto necessario verificare se in tutti i consultori si garantiscono, così come prevede la legge del ’78, prescrizioni di anticoncezionali, rilascio di certificati di gravidanza, eventuali richieste di Ivg; qualora nei nostri centri pubblici si verificassero situazioni di criticità la Regione Toscana potrebbe attivarsi, così come ha fatto la Regione Lazio attraverso il decreto del 12 maggio 2014 Linee di indirizzo regionale per le attività dei consultori familiari, un atto che sottolinea la necessità di assicurare suddette prestazioni presso i consultori”, aggiunge Nardini.

 

“Purtroppo anche oggi sulla stampa si legge di un fatto drammatico e delicato, un caso su cui ovviamente la magistratura deve fare luce: una ragazza di 22 anni che a Migliarino viene trovata in un lago di sangue dopo aver abortito al sesto mese di gravidanza – spiega Nardini – fatti come questi segnalano la necessità tenere alta la guardia sul sia dal punto di vista dell’informazione che della prevenzione. Senza dimenticare il peso che su queste vicende hanno disagi, difficoltà economiche e marginalità. Qualunque sarà l’esito di questa triste storia, credo si debba lavorare tutti perché episodi come questo non si ripetano”.

 

“L’obiettivo dell’interrogazione è quello di capire se siamo di fronte a una corretta ed omogenea attuazione della legge 194/78 su tutto il territorio regionale  – continua Nardini – quali sono le linee di tendenza ed i dati più recenti in merito, con particolare riferimento: al numero di interruzioni di gravidanza per presidio ospedaliero; al numero di interruzioni di gravidanza per classi di età; ai tempi di attesa tra certificazione ed intervento per presidio ospedaliero; alla disponibilità oraria settimanale dei presidi ospedalieri e territoriali per attività di informazione e per attività procedurale”.

 

“All’interno del decreto sulle depenalizzazioni il Governo ha aumentato fortemente le sanzioni per chi si rivolge a strutture clandestine: un atto che ‘costringe’ giustamente alla legalità. Bene. Ma se davvero vogliamo combattere l’illegalità, salvaguardare la salute e sicurezza delle donne e garantire un diritto, dobbiamo anche chiedere che un livello omogeneo di accesso a consultori o strutture socio-sanitarie e di prestazioni in tutti i presidi ospedalieri al fine di evitare  anche sconvenienti prolungamenti dei tempi di attesa e di rischio. Una necessità sollevata recentemente anche dalla mozione di Roberta Crudeli, capogruppo Pd del Comune di Carrara. Siamo di fronte a un diritto alla persona che non può essere reso vulnerabile dalla composizione e dunque dalle caratteristiche del personale che opera nelle strutture. La concretizzazione della 194 è un diritto fondamentale per tutte le donne che ne facciano richiesta, in quanto espressione di tutela e garanzia dei diritti dell’individuo. La 194 garantisce il diritto delle donne di sottoporsi ad Ivg in strutture pubbliche, così come viene garantita la possibilità di scelta per i medici che si dichiarano obiettori di coscienza. Nessuno dei due diritti può essere subordinato all’altro, spetta alle istituzioni, in questo caso alla Regione, salvaguardare il funzionamento della legge. Affrontiamo la situazione dei nostri territori partendo da una richiesta legittima, ovvero conoscere i dati per analizzare e valutare se e dove esistono situazioni di criticità in modo da superarle. Anche sul piano dell’informazione bisogna prestare attenzione, perchė attraverso questa normativa ci occupiamo di un momento tra i più delicati nella vita di una donna – conclude Nardini – A quasi quarant’anni dall’approvazione di questa legge non possiamo permettere che non ne sia garantita l’attuazione, non abbassare la guardia su questo è nostro dovere. Come credo sia nostro dovere promuovere campagne su temi considerati ancora tabù, ad esempio la contraccezione e l’importanza di prevenire malattie sessualmente trasmissibili, perché è necessaria una maggior consapevolezza sui temi dell’affettività e della sessualità sicura, specialmente tra i giovani”.

 

Share