Legge elettorale, intervento del capogruppo Marco Ruggeri


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Intervento del capogruppo Pd Marco Ruggeri sulla legge elettorale regionale, pubblicato sul Tirreno del 17 gennaio 2013

Ho letto con interesse sul Tirreno l’intervento di Emanuele Rossi dal titolo “Dire addio al porcellum toscano”. Un titolo che condensa in poche parole una questione urgente che noi tutti riteniamo più che sentita, anche solo per non vedere più accostata la nostra Regione all’ampiamente vituperata legge elettorale nazionale, che tanti problemi ha portato, anche se, a voler essere proprio pignoli, la legge toscana si avvicina più al sistema spagnolo che a quello italiano. In ogni caso, proprio perché siamo convinti che si debba rispondere quanto prima a quest’urgenza, abbiamo presentato un testo, la cui stesura ha ovviamente richiesto del tempo, ma è del resto inevitabile che per un provvedimento così importante si ricerchi il confronto e l’accordo con tutte le forze politiche e che questa discussione sia lunga. Abbiamo vagliato attentamente due ipotesi: una prevedeva l’introduzione dei collegi, l’altra delle preferenze. La prima, oltre a non trovare un ampio consenso in Consiglio, con la riduzione che abbiamo effettuato da 55 a 40 consiglieri, era anche di difficile attuazione pratica e rischiava di non garantire il superamento delle liste bloccate. Abbiamo optato per un sistema con le preferenze, introducendo alcuni elementi innovativi e mutuando i meccanismi più efficaci da leggi  ormai di largo uso come quella dei sindaci. Quanto alla sentenza della Consulta, per una coincidenza forse fortuita il gruppo di lavoro di cui si è dotato il Consiglio regionale, si è riunito proprio il medesimo giorno della sua pronuncia, e in questa sede come gruppo Pd abbiamo presentato la nostra proposta, che prevede appunto l’introduzione delle preferenze, con il voto “agevolato”, ovvero con l’inserimento dei nomi dei candidati all’interno delle schede, l’abolizione dei listini bloccati ed il divieto di candidature multiple, l’elezione diretta del presidente con eventuale doppio turno se non si supera il 40% dei voti e il conseguente premio di maggioranza del 60% dei seggi alla coalizione o al partito che sostiene il candidato presidente vincente, la suddivisione del territorio regionale in circoscrizioni. Tutte caratteristiche che da tempo avevamo riconosciuto come idonee per rispondere a quell’esigenza di maggior vicinanza tra elettori ed eletti che la Corte costituzionale ha messo in evidenza. In particolare, la scelta del doppio turno, si qualifica come una novità inedita nel panorama delle normative elettorali regionali e, introducendo una soglia minima per l’attribuzione del premio di maggioranza, va proprio nella direzione indicata dai giudici costituzionali.  Prima della  sentenza nazionale, quindi, è vero che non abbiamo approvato una modifica, come sottolinea Rossi, ma avevamo già individuato un modello adeguato, in grado di rispondere alle istanze da tempo manifestate dai cittadini e ratificate dalla Consulta. Avanzando questa proposta, noi abbiamo esercitato la responsabilità della principale forza politica del Consiglio regionale, nello stesso tempo sappiamo bene che le leggi elettorali devono trovare la più ampia condivisione possibile, a partire dalla maggioranza di governo, ma, con altrettanta attenzione, all’opposizione. Si tratta di un modello ovviamente perfettibile e sul quale accettiamo ogni tipo di contributo, convinti però di essere su una buona strada, che, auspichiamo, possa permettere alla Toscana, questa volta, di fare da apripista in positivo.

Marco Ruggeri

Capogruppo Pd Regione Toscana

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