“Nuove Reti per l’integrazione sociosanitaria in Toscana”


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Ferrucci e Naldoni hanno presentato due proposte di legge regionale del gruppo Pd che cambiano la governance locale e aiutano il processo di superamento delle Società della salute.

 

confstampasanita1FIRENZE 04.03.2014 (c.b.) Nuova governance istituzionale per il sistema socio-sanitario regionale. Un ruolo più forte e definito della “zona-distretto”. Nuovi strumenti per l’integrazione per proseguire il percorso di superamento delle Società della salute (salvando quelle che a fine 2014 avranno certi requisiti). Nuovi meccanismi istituzionali sul piano locale per arrivare a una reale integrazione tra i settori del sociale e del sanitario.

Sono questi, in estrema sintesi, gli obiettivi di due proposte di legge regionale presentata questa mattina dal gruppo Pd in Regione.

Sono stati Ivan Ferrucci, capogruppo, e Simone Naldoni, primo firmatario delle proposte e componente della commissione sanità, a illustrarne le motivazioni ed i contenuti principali.

“Modiche  alla legge regionale 24 febbraio 2005, n. 40 (Disciplina del servizio sanitario regionale)” e “Modifiche alla legge regionale 24 febbraio 2005, n.41 (Sistema integrato di interventi e servizi per la tutela dei diritti di cittadinanza sociale)” sono due corpose proposte che, se approvate, proveranno a cambiare radicalmente l’approccio dell’organizzazione dei servizi, le relazioni tra enti locali e strutture socio-sanitarie, indicando risposte certe per il passaggio, peraltro già deciso, a un sistema senza Società della salute, con l’idea però di tenere in vita le esperienze migliori, offrendo al contempo un modello di gestione sul territorio in grado di valorizzare le competenze presenti, chiarendo i ruoli, le funzioni, la cosiddetta sussidiarietà.

«Siamo a un passaggio particolarmente delicato delle politiche sociosanitarie nella nostra regione – ha spiegato Simone Naldoni – Non c’è unicamente la questione delle risorse, c’è l’esigenza di mettere a punto un sistema in grado di rispondere a problemi ormai maturi, ampiamente monitorati in tutte le realtà locali, discussi e approfonditi in decine di incontri e convegni. Anche se abbiamo condiviso l’idea del superamento graduale delle Società della salute, non abbiamo mai pensato che quello fosse un punto di arrivo. Al contrario, noi crediamo che bisogna cogliere da qui la sfida della riorganizzazione e che tutto ciò debba avvenire sulla base di principi saldi e col criterio dell’innovazione che guardi all’efficienza. In poche parole, pensiamo a “Reti per l’integrazione”. Vogliamo cioè perseguire un duplice obiettivo: operare un’attenta riorganizzazione ed armonizzazione degli enti del sistema regionale sanitario e sociosanitario integrato che renda più completo, razionale ed efficace il quadro delle competenze da esercitare e delle relazioni da sviluppare; individuare degli strumenti operativi ‘di sistema’ per l’integrazione sociosanitaria, per la programmazione per la salute e per l’esercizio delle funzioni, in grado di fornire nuovo impulso alla costruzione del sistemi regionali e locali di servizio, garantendo la necessaria elasticità richiesta dai processi nazionali di riforma ancora in corso. Insomma, – ha concluso Naldoni – vogliamo passare dall’obiettivo di costruire un semplice contenitore, all’idea di predisporre un ristrettissimo ventaglio di ipotesi di organizzazione da offrire ai territori toscani».

«Nei mesi scorsi – ha aggiunto Ivan Ferrucci – il nostro gruppo consiliare, insieme al partito regionale, ha promosso decine di incontri sul territorio per discutere di tutte queste cose. Tra l’altro proprio quello della sanità è uno dei punti principali della risoluzione votata in Consiglio la settimana scorsa sulla comunicazione del presidente Rossi. Abbiamo percepito non solo una grande attenzione per le nostre proposte, ma soprattutto la volontà di portare contributi, di far conoscere insieme  ai problemi e alle criticità anche le esperienze condotte, i traguardi raggiunti. Per questo, intanto, abbiamo considerato che non tutte le esperienze di Società della salute vadano archiviate. Ma ci siamo posti il problema di ridefinire un quadro normativo capace di offrire nuovi strumenti, in coordinamento e contiguità con quello che sarà il nuovo Piano sociosanitario che comincia ora il suo iter in Consiglio».

Leggi il testo della PDL n°312

Leggi il testo della PDL n°313

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