Prato, Rudi Russo ha visitato il carcere della Dogaia


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A un anno esatto dal messaggio di Napolitano sull’emergenza, permangono molti problemi anche nella Casa circondariale pratese.

Il consigliere regionale racconta la sua visita.

carcere-dogaia-pratoPRATO, 09.10.2014 – “Nel carcere di Prato sono allarmanti le dotazioni di mezzi e personale, ben al di sotto del necessario: 271 unità di personale su circa 340 previste; mezzi di trasporto usurati e non sufficienti, carenza di personale medico e infermieristico, necessità di incrementare il numero di educatori. Tutto questo comporta un carico di lavoro straordinario che grava sull’attuale dotazione organica che, con riferimento al personale di polizia penitenziaria, si accompagna ad un blocco del contratto che si protrae ormai da 5 anni. Ma, nonostante le difficoltà, non mancano situazioni di eccellenza, come l’istituzione del Cup interno per organizzare le visite mediche, e la promozione di attività culturali, utili al percorso rieducativo, che si svolgono sotto la regia degli educatori”. Queste le parole del consigliere regionale del Partito democratico Rudi Russo che, ieri pomeriggio, si è recato in visita alla Casa circondariale di Prato, per verificare le condizione dell’istituto penitenziario, dei detenuti, degli agenti di polizia penitenziaria e degli altri operatori.

“Il sovraffollamento per il momento è contenuto – aggiunge Russo – oggi ci sono 640 detenuti (in passato anche picchi di 750) su una capienza regolamentare di 613 posti. Nonostante ciò, in seguito alla sentenza della Cedu del 2013 sul caso Torreggiani, che ha stabilito il diritto al risarcimento per il detenuto ristretto in condizioni inumane o degradanti,  la quasi totalità dei detenuti a Prato hanno avanzato «pretesa risarcitoria» per le proprie condizioni di detenzione. E’ drammatico segnalare, invece, che per la carenza di personale, unita a quella del parco auto, si registrano gravi e frequenti rinvii delle udienze presso il tribunale, vista l’impossibilità di scortare l’imputato in aula, o di ripetuti annullamenti delle visite specialistiche prenotate presso l’ospedale. Una situazione che rischia seriamente di contribuire a ledere il diritto del detenuto «non definitivo» ad una ragionevole durata del processo e dell’intera popolazione carceraria a ricevere un’adeguata assistenza socio-sanitaria. Ho ascoltato, inoltre, le lamentele degli agenti sull’inadeguatezza della camera riservata a detenuti e sorveglianza presso il nuovo ospedale di Prato, ragione per cui solleciterò l’assessorato regionale alla salute ad intervenire”.

“Per il resto – dice ancora Russo – ricordo che più della metà dei detenuti sono di origine extra-Ue, a dimostrazione, purtroppo, del’incapacità della politica estera nazionale ed europea nel chiudere accordi per la detenzione nei paesi di origine. Ad un anno dal messaggio del Presidente Napolitano alle Camere rimane dunque importante compiere decisi interventi sul codice penale e di procedura penale, nonché sull’ordinamento penitenziario ed incrementare dotazioni di mezzi e personale.”

 

 

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