Prato, Varvarito, Fabrizio Mattei ha presentato un’interrogazione


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FIRENZE 11.07.2013 (c.b.) Il caso Varvarito approda in Regione. Fabrizio Mattei, consigliere regionale del Pd e presidente della commissione mobilità e infrastrutture, ha presentato un’interrogazione per porre alcune precise questioni alla giunta toscana. In particolare, Mattei vuole sapere: “quali soluzioni alternative possono essere percorribili; quali siano le motivazioni fornite dal Comune di Prato per sostenere la decisione di modifica alle invarianti del Piano Strutturale; se vi sia stata o se eventualmente si ritiene opportuna una concertazione con gli enti coinvolti, Comune di Montemurlo, Autorità di Bacino del Fiume Arno, Provincia di Prato, ecc; se si intenda o meno verificare le compatibilità di tipo ambientale, economica e di rischio idraulico che tale collocazione di azienda comporterebbe”.

Nel testo dell’interrogazione Mattei ricostruisce la vicenda che sta interessando la ditta Varvarito e gli abitanti di Viaccia, fortemente preoccupati per le ripercussioni sulla salute e sull’ambiente.

In particolare il consigliere richiama la delibera del comune di Montemurlo del maggio scorso, che invitava “la Regione Toscana, la Provincia di Prato e l’ Autorità di Bacino a valutare con attenzione l’iniziativa assunta dal comune di Prato nel senso di apportare modifica alle invarianti del Piano Strutturale dello stesso comune di Prato, esplicitamente finalizzata a consentire l’utilizzo, come stabilimento per il trattamento degli inerti provenienti da lavorazioni edili, di un’area contigua al territorio del Comune di Montemurlo, al torrente Bagnolo ed all’abitato di Viaccia, modifica che di fatto è inconciliabile con la previsione del DPCM 5/11/1999, che non è stata valutata secondo quanto prescritto dalla normativa comunitaria, nazionale e regionale in tema di ambiente e che richiede comunque la modifica di atti di pianificazione di altri Enti concorrenti al governo del territorio”.

Mattei, inoltre, fa riferimento alla comunicazione dell’Autorità di Bacino del Fiume Arno che ha evidenziato il mancato coinvolgimento dell’ente ed il fatto che “l’area agricola interessata dalla variazione di destinazione d’uso, al fine di essere trasformata in area di deposito e trasformazione di inerti, risulta perimetrata nel Piano stralcio rischio idraulico come area di tipo A, in quanto destinata alla realizzazione di una cassa di espansione,sulla quale vige un vincolo di inedificabilità assoluta”.

Come pure, sempre nel testo dell’interrogazione, si mette in risalto l’iniziativa intrapresa dal presidente della Circoscrizione Ovest, Giovanni Mosca, per “proporre all’amministrazione comunale di Prato, l’individuazione di un’area diversa da quella proposta, poiché tale attività risulta notevolmente dannosa alla frazione per le vicine residenze e per le attività produttive tessili”.

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