Sanità, Scaramelli (Pd): “Superare l’extramoenia: vediamo chi ha il coraggio di metterci la faccia. Le liste d’attesa si riducono con nuove assunzioni, trasparenza e nuovi metodi di prenotazione”


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Il presidente della commissione sanità: “Distinguere chi lavora a favore del sistema pubblico da chi lavora nel sistema privato. Per cambiare serve aumentare le assunzioni nel pubblico, erogare servizi migliori, contenerne i costi e ridurre le liste di attesa. Lancio la sfida a Enrico Rossi”

scaraFIRENZE 07.04.2016 – “Se si gioca con la maglia viola la mattina mai si può indossare quella bianconera il pomeriggio. Occorre cambiare. Dobbiamo remunerare maggiormente chi sceglie l’esclusività del pubblico. Vediamo chi tra i politici ha il coraggio insieme a me di metterci la faccia”.
A dirlo Stefano Scaramelli, consigliere regionale Pd e presidente della commissione sanità, in un post pubblicato su Facebook che lancia la sfida a Enrico Rossi.
Per Scaramelli la sfida è «Determinare in modo più serio e rispettoso delle necessità e dei bisogni del cittadino l’extramoenia, la possibilità dei medici del servizio sanitario pubblico di esercitare la libera professione fuori dagli ospedali. Dobbiamo semplificare l’accesso alle cure. Occorre distinguere chi lavora a favore del sistema pubblico da chi lavora nel sistema privato, le funzioni e i ruoli non devono essere sovrapposti. E le liste d’attesa si riducono con nuove assunzioni, trasparenza e nuovi metodi di prenotazione. Su questi temi, sfido il presidente Rossi a prendere posizione».
Su questi temi, solo pochi giorni fa, lo stesso Scaramelli, insieme al capogruppo Leonardo Marras, aveva presentato una mozione che propone di attuare una piccola rivoluzione nella gestione dell’esercizio della libera professione nelle strutture sanitarie pubbliche
«Per mettere in atto un’azione di vero cambiamento – spiega Scaramelli – la strada da intraprendere è quella di remunerare meglio i nostri professionisti del sistema pubblico, creare le condizioni affinché sia possibile erogare maggiori e migliori servizi per i cittadini e, nel contempo, aumentare i posti di lavoro proprio nel pubblico. È giusto consentire la possibilità, a chi vuole, di svolgere attività privata in luoghi privati, facendo chiarezza e chiedendo trasparenza sulle convezioni, ma è indispensabile operare un netto distinguo tra privato e pubblico rispetto al luogo di erogazione della prestazione sanitaria. In questo campo siamo un’anomalia unica a livello europeo e mondiale. Il percorso di cambiamento della professione intramoenia, la sua regolamentazione, non può prescindere dall’aumento delle assunzioni nel pubblico. Solo avere più professionisti, giovani, capaci e ben formati, può consentire alla sanità pubblica di vincere la sfida di innalzare ancora i livelli di eccellenza. I cittadini chiedono, e ne hanno diritto, di avere migliori servizi a costi contenuti, la riduzione delle liste di attesa, il cambiamento del metodo di prenotazione attraverso la circolarità e la trasparenza del servizio».

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