Sanità e territorio, Bugliani (Pd): “Attivare punti nascita nelle zone montane e disagiate. Anche se avvengono meno di 500 parti l’anno”


Share

punti-nascita (1)“Attivare punti nascita nelle zone montane e disagiate anche se avvengono meno di 500 parti l’anno”. E’ quanto chiede il consigliere regionale del Pd e presidente della I commissione Giacomo Bugliani con un’interrogazione rivolta al presidente della Regione Enrico Rossi. “L’obiettivo – spiega Bugliani – è mantenere il popolamento delle zone di montagna, luoghi che devono continuare ad essere vivi e sui quali dobbiamo continuare ad investire”.

 

Nell’interrogazione appena sottoscritta,  l’esponente del Pd di Palazzo Panciatichi  chiede di “valutare la possibilità di revisione dell’intesa del dicembre 2010 raggiunta in Conferenza permanente per i rapporti fra Stato, regioni e provincie autonome di Trento e Bolzano in cui si stabiliva il numero di almeno 1000 nascite l’anno quale parametro standard a cui tendere per il mantenimento e l’attivazione di punti nascita, estendendo la possibilità di punti nascita a realtà con numerosità di parti inferiore, ma non al di sotto dei 500 l’anno”. Il consigliere Bugliani interroga Rossi “per sapere se intende attivarsi in sede di Conferenza permanente per rivedere l’intesa del 2010” e fa  presente che la “Regione Toscana, dove sono attualmente presenti 26 punti nascita in strutture ospedaliere ad hoc,  nel corso degli ultimi anni ha già provveduto a riorganizzare la propria rete ospedaliera, migliorando efficacia e prestazioni, arrivando anche a chiudere piccoli ospedali e favorendo la nascita di presidi ospedalieri di dimensioni più adeguate ai livelli di assistenza medica indicati dagli standard nazionali, risultando la prima regione in Italia per la qualità delle prestazioni erogate ai cittadini”. In altri paese europei come Austria, Germania o Svizzera – spiega Giacomo Bugliani-, già da tempo si sono fatte scelte più flessibili rispetto ai territori montani o scarsamente popolati che , seppur rispettano le medesime linee di indirizzo internazionali sui livelli minimi di qualità, si sono attrezzate per garantire una presenza territoriale in determinati contesti attraverso la ‘pronta disponibilità sostitutiva’ di ginecologi, anestesisti e pediatri”

 

Share