Sanità: al via la riforma del sistema toscano


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ferrucci aulaVenti articoli per avviare un processo di riorganizzazione degli assetti del servizio sanitario regionale.

Questo lo scopo della Pdl 396, di iniziativa della Giunta regionale, oggetto di una serie di consultazioni in commissione Sanità e Politiche sociali, che hanno portato a raccogliere oltre settantacinque osservazioni.

 

Leggi l’articolato della proposta di legge presentato in aula (senza emendamenti)

Leggi la relazione illustrativa della pdl presentata in aula

 

Illustrazione della proposta di legge da parte del consigliere Simone Naldoni (Pd)

Firenze – “Siamo di fronte ad un atto rilevantissimo, ad una rivisitazione profonda, che cambierà la nostra sanità migliorandola”. Così ha esordito il consigliere regionale Simone Naldoni (Pd), presentando in aula la riforma del sistema toscano. E dopo aver ripercorso le diverse stagioni di tagli fino ad arrivare alla legge di stabilità, per sottolineare la necessità di mettere mano adesso al sistema, parlando di “contesto con paletti”, il consigliere si è soffermato in particolare sui farmaci e sulle tecnologie. “Molti economisti sanitari ci hanno avvertito, parlando di ‘tsunami’ delle cronicità – ha affermato – uno tsunami che è più precisamente un’onda alta, che se affrontata con barra dritta e di prua può essere superata, gestendo però al meglio l’imperativo delle nuove tecnologie, che non può risolversi nella dimensione aziendale”. Da qui la necessità di una dimensione di scala più opportuna, ovvero la scelta dell’Area vasta, con un direttore della programmazione che organizza i vari livelli interaziendali, in stretto contatto con i dipartimenti interaziendali. “Con un punto focale di cui era carente la proposta originale – ha sottolineato – ovvero una maggiore e più puntuale definizione dell’integrazione socio-sanitaria a livello territoriale, per riorientare il sistema e rispondere alle esigenze dei cittadini e continuare a garantire una sanità pubblica, equa, efficiente ed universalistica”. “E’ nostro compito difendere la sanità toscana e migliorarla, mantenendo livelli e risultati, nella consapevolezza di un sistema che ha raggiunto determinati obiettivi perché è stato quotidianamente governato – ha affermato Naldoni – grazie all’impegno dei professionisti e di tutti coloro che hanno ruotato nel mondo socio-sanitario della nostra regione”. Il consigliere ha quindi concluso il proprio intervento ringraziando il lavoro del presidente della commissione Sanità e politiche sociali, Marco Remaschi (Pd) e di tutti gli altri colleghi, nonché la collaborazione del governatore Enrico Rossi e dell’assessore Luigi Marroni, supportati dagli uffici del Consiglio e della Giunta regionale. “Questo grande cambiamento del sistema impone sacrifici e dimensionamento delle trutture burocratiche – ha terminato – e segna un passaggio importante della nostra legislatura, ma non può certo dirsi un pretesto elettorale, visto che non può essere speso in un utile immediato, ma è un primo passo, ineludibile, per continuare a rispondere ai bisogni dei toscani”.

Gli interventi dei consiglieri Pd

 

Di “legge introduttiva di un processo più ampio e complesso, che permetterà al prossimo Consiglio e alla prossima Giunta regionale di iniziare a lavorare con cadenze certe e ineludibili” ha parlato Lucia  Matergi(Pd), soffermandosi sulla necessità di ascoltare il variegato mondo della sanità toscana, che non ha mancato di sollecitare un coinvolgimento più attento e ponderato, per poter incidere sul sistema. E partendo dal “quadro attuale che rende indifferibile la riforma”, la consigliera ha sottolineato che “poco importa delle allocazioni delle sedi direzionali, a noi interessano i servizi resi ai cittadini, all’interno della nuova intuizione e del rafforzamento dell’Area vasta, lavorando sull’integrazione socio-sanitaria a livello territoriale, in un percorso organico in tema di governance, per continuare ad ancorare il futuro della sanità toscana ai principi di equità, appropriatezza, pari opportunità, attraverso la riduzione del numero delle aziende e del rafforzamento della programmazione, a garanzia della omogeneità di risposte per tutti i toscani”. “La strada tracciata non dovrà fermarsi – ha concluso la consigliera – il sistema ha bisogno di risposte vere e non virtuali”.

La consigliera Pd Daniela Lastri  si è detta non soddisfatta di quest’atto. “Nell’informativa della Giunta – ha detto – si spiega che 100 milioni saranno tagliati dal personale ma degli altri 150 milioni di tagli non si ha notizia”. Apprezzamento è stato espresso per il lavoro della commissione che “ha apportato modifiche per cercare di evitare che le nuove asl di area vasta non fossero troppo lontane dai cittadini”. Lastri in chiusura del suo intervento pone alcuni interrogativi: “Governeranno nuove asl ma di queste non sappiamo niente? Il gruppo dirigente attuale delle asl va a casa, avranno fatto male o bene? Fa bene alla sanità non avere direttori sanitari e amministrativi? Erano tutti inutili? Tre asl sono meglio di 12? E perché non 1 sola? Cosa si diranno le 3 asl con le 3 aziende universitarie”. “Nessuno di questi quesiti – conclude Lastri – viene sciolto con questa riforma e in alcuni casi c’è un’evidente complicazione delle relazioni e degli organismi”.

L’obiettivo di fondo del provvedimento, ha ricordato il capogruppo del Pd Ivan Ferrucci, è quello di costituire tre aziende di area vasta, e purtroppo non è stato possibile metterle insieme alle tre aziende universitarie. “Il governo regionale – ha detto Ferrucci – bene ha fatto a individuare una figura di area vasta sovrastante. La vera sfida sarà quella dei dipartimenti aziendali e riuscire a mettere insieme la rete ospedaliera e universitaria. I servizi territoriali hanno già costruito una rete virtuosa; ora c’è da cercare un confronto con chi è parte integrante del sistema sociosanitario”.

Il presidente della commissione sanità Marco Remaschi (Pd) ha voluto ringraziare la commissione per la grande mole di lavoro svolto. “Dalle consultazioni sono arrivati spunti interessanti, in parte raccolti, che ci hanno fatto riflettere sul quadro complessivo della riforma”, ha detto Remaschi. Secondo il consigliere siamo davanti a “una legge di principio che dà inizio a un percorso, e le preoccupazioni emerse devono trovare risposta”. “Noi ragioniamo in termini di area vasta – ha aggiunto Remaschi –. È nell’area vasta che trova risposta il 95% dei bisogni di cura dei nostri cittadini. Dobbiamo attuare una programmazione seria e un’interconnessione più forte tra rete ospedaliera e territorio.

(fonte: comunicati dell’ufficio stampa del CRT)

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