Scuola, Approvate due mozioni dal Consiglio regionale proposte dal Pd


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Nei giorni d’inizio dell’anno scolastico anche il Consiglio regionale ha voluto dire la sua sui problemi e le emergenze della “prima campanella”. Così, su proposta dei consiglieri del Pd, l’Aula ha approvato a maggioranza due mozioni che pongono l’accento su due tra gli aspetti più urgenti: l’edilizia scolastica e il sovraffollamento delle classi. Nella prima mozione – prima firmataria Daniela Lastri – si avanzano quattro richieste al Parlamento, per rilanciare l’edilizia scolastica e mettere in sicurezza gli istituti toscani. In particolare, col documento approvato, il Consiglio chiede al Parlamento “Il rifinanziamento della Legge 23/96, con un piano straordinario di investimenti per la messa in sicurezza delle scuole italiane; il completamento dell’anagrafe dell’edilizia scolastica: la raccolta e l’aggiornamento delle informazioni sulla sicurezza delle scuole è condizione necessaria per interventi adeguati e risolutivi; l’esclusione delle spese per l’edilizia scolastica dal patto di stabilità: la revisione del patto di stabilità è condizione necessaria per permettere agli enti locali di intervenire sulle scuole, curarne la manutenzione, costruirne di nuove; la richiesta è di trattare gli investimenti sulle scuole alla stessa stregua di quelli sulla sanità e sugli ospedali; l’istituzione di una commissione parlamentare di inchiesta sul finanziamento e la realizzazione dei piani di intervento per l’edilizia scolastica. Nella seconda mozione, invece, si ribadisce “la netta contrarietà alla ormai consolidata prassi negativa di aumentare, al momento della formazione delle classi, il numero massimo degli alunni”, prassi contraria nei fatti al dettato della legge, che fissa l’unica eccezione di un aumento del 10%. Nello stesso tempo, il Consiglio impegna la giunta regionale ad effettuare una rapida verifica sul fenomeno del sovraffollamento, a vigilare sull’applicazione della legge e a sollevare la questione in sede di Conferenza Stato-Regioni. «Insieme ai temi dei tagli e del sovraffollamento delle aule – spiega la consigliera Daniela Lastri (che è anche responsabile scuola del Pd toscano) – c’è un’altra emergenza fondamentale, quella delle condizioni strutturali degli edifici scolastici esistenti e della necessità di nuove scuole. Ormai, la legge sull’edilizia scolastica non viene rifinanziata dal 2008 e questo ha prodotto un drastico peggioramento della situazione, come segnalato anche dall’Ordine dei Geologi che, l’anno scorso, ha denunciato come 28 mila scuole italiane siano a rischio sismico, mentre Legambiente, nel marzo scorso, ha ricordato che il 36% degli edifici ha bisogno di interventi di manutenzione urgenti, meno del 50% degli edifici possiede il certificato di collaudo statico, il 9% è a rischio idrogeologico, solo nel 35,4% dei casi è presente la certificazione di prevenzione incendi. Anche in Toscana – prosegue Lastri – pur avendo investito come Regione ogni anno oltre 3 milioni di euro, le difficoltà sono tante e non è possibile dare tutte le risposte, anche perché gli enti locali sono bloccati dal patto di stabilità e non possono impiegare risorse. Per questo abbiamo chiesto di escludere gli investimenti sulle scuole dal patto, una misura che servirebbe a rilanciare l’edilizia scolastica e ad intervenire sulle situazioni più urgenti. Su queste questioni e, più in generale, sull’esigenza di rilanciare la scuola pubblica come “bene comune” – annuncia infine la consigliera – , sabato prossimo terremo a Firenze un’iniziativa regionale, con la partecipazione del presidente Rossi e del segretario del Pd Manciulli”. «Quello del mancato rispetto del numero massimo di alunni per le classi – aggiunge Lucia Matergi – è un vero e proprio scandalo del nostro sistema scolastico. Una situazione grave, che le famiglie e gli studenti pagano in termini di qualità della formazione e della didattica, e che va avanti da anni nonostante un pronunciamento del Tar del Lazio e una sentenza del Consiglio di Stato. Noi riteniamo essenziale la sicurezza degli alunni, garantita dal numero massimo di 26, inoltre il limite dei 20 in presenza di disabili oggi diventa ancora più cogente, in presenza della riduzione del monte ore di sostegno che le classi con alunni con disabilità possono avere, sostegno dovuto all’intero gruppo classe e non al solo alunno disabile. La situazione attuale – conclude Matergi – comporta un oggettivo abbassamento della qualità dell’offerta, i cui effetti negativi ricadono con maggiore forza sulle fasce più deboli della popolazione scolastica, della quale gli alunni disabili costituiscono una parte, ma che si sta ampliando sempre di più, in riferimento agli alunni stranieri, privati di supporti di mediazione, degli alunni provenienti da nuclei familiari fragili, da quelli in grave condizione sociale ed economica».

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