Viticoltura, Rossetti (Pd) scrive ai presidenti delle commissioni agricoltura di tutte le Regioni


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Le nuove norme europee sulla liberalizzazione dei diritti di reimpianto, che andranno in vigore a partire dal 2016, rischiano di minare il comparto vitivinicolo nazionale. Lo afferma Loris Rossetti, Pd, presidente della commissione agricoltura e sviluppo rurale del Consiglio regionale della Toscana, in una lettera inviata ai suoi colleghi di tutte le Regioni e delle Province Autonome. “L’input – scrive Rossetti – nasce con spirito unitario da tutte le rappresentanze politiche presenti nella commissione, tenendo presente che, sulla questione dei diritti di reimpianto, è opportuno avere un quadro generale di riferimento per affrontare con analogo metodo tutte le iniziative possibili per interpretare e fronteggiare adeguatamente il problema. In Toscana – prosegue Rossetti -, dopo una serie di audizioni svolte dalla commissione e un convegno all’Accademia dei Gergofili, sono emerse preoccupazioni da parte di tutte le rappresentanze agricole professionali e, non ultima la Federdoc: l’introduzione della liberalizzazione dei diritti d’impianto vitivinicoli rischia di provocare una forte deregulation del sistema con l’eliminazione totale degli strumenti di regolazione dell’OCM vino, già in vigore dal 1987”. Rossetti, sempre nella lettera, cita a questo proposito la relazione del presidente Federdoc, Riccardo Ricci Curbastro, che tra l’altro afferma: “Il sistema dei diritti d’impianto, pur non essendo perfetto, non solo ha seguito le evoluzioni del mercato, ma ha anche evitato che nei momenti di maggior euforia si potessero verificare eccessi d’impianti, svolgendo così a pieno la propria funzione di strumento di regolazione dell’offerta”. Queste le motivazioni, quindi, che hanno spinto il presidente della commissione agricoltura della Toscana a coinvolgere gli altri Consigli regionali, attraverso le relative commissioni competenti, “tenuto conto che il settore vitivinicolo rappresenta uno dei fiori all’occhiello del comparto agroalimentare nazionale”. “Riteniamo opportuno valutare – conclude la lettera di Rossetti – la possibilità di realizzare un percorso comune affinché, nella prossima seduta del Consiglio dei ministri dell’Unione Europea, i rappresentanti degli Stati membri possono prendere coscienza dei rischi”.

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