Siena, Rosignoli (Pd) porta in Regione il caso dell’aumento del costo delle mense scolastiche per gli studenti non residenti.


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Scelta ingiusta e discriminatoria, compromette la leale collaborazione tra enti locali.

La questione dell’aumento del costo del servizio mensa nelle scuole dell’infanzia e nelle scuole primarie del Comune di Siena per gli alunni non residenti arriva in regione. La consigliera regionale e membro della commissione cultura e istruzione Elena Rosignoli ha infatti presentato un’interrogazione urgente alla Giunta regionale “per sapere se è a conoscenza di questa scelta discriminatoria e se, alla luce dei disagi manifestati dalle famiglie coinvolte e nel rispetto delle proprie competenze, non ritenga opportuno attivarsi per favorire un quanto più omogeneo trattamento nei Comuni toscani in relazione alla compartecipazione alla spesa del servizio mensa per le scuole dell’infanzia e per le scuole primarie del territorio regionale”.

“Il sovraccarico di costo nei confronti degli alunni non residenti nelle scuole della città di Siena – spiega Rosignoli – appare una misura che rischia di non rispettare a pieno i principi di pari opportunità del diritto allo studio per tutte le bambine e i bambini, le ragazze e i ragazzi del territorio, anche tenuto conto del fatto che Siena, in quanto Comune capoluogo, ha una serie di servizi che fanno gravitare sempre più una parte consistente della popolazione residente nei comuni limitrofi, sul proprio territorio”.

“Questa scelta – aggiunge la consigliera regionale Pd – crea un aumento di circa 400 euro all’anno per le famiglie dei bambini non residenti nel Capoluogo, rispetto a quelle degli altri bambini che frequentano le medesime classi. Colpisce, duramente, in un momento di crisi sociale ed economica come quella attuale, compromettendo la caratteristica di equità, uguaglianza, solidarietà che deve avere il nostro sistema di educazione ed istruzione nel suo complesso.”

“Proprio per questo motivo – conclude Rosignoli – ho presentato un’interrogazione urgente, perché questa scellerata scelta discriminante compromette pesantemente le caratteristiche e la funzione stessa del sistema educativo e formativo scolastico, compromettendo la leale collaborazione tra enti locali che dovrebbe essere sempre ricercata al fine del buon andamento della pubblica amministrazione”.

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