Una breve premessa
Nel novembre del 2019, la Regione Toscana e Trenitalia firmarono un innovativo contratto di servizio che avrebbe dovuto garantire agli utenti del servizio di trasporto pubblico in Toscana, una qualità del servizio sempre più alta, partendo dal buon livello raggiunto negli anni precedenti.
Nel 2018, nelle 14 tratte ferroviarie nelle quali è organizzato e garantito il servizio di trasporto pubblico su ferro in Toscana, si era raggiunto un livello di affidabilità ancora più alto, tanto che non fu pagato nessun bonus mensile nel corso dell’intero anno, con indice di affidabilità che era pari al 96,4%. L’anno successivo, l’ultimo del periodo pre-covid, in tutto l’anno i bonus mensili pagati sulle 14 linee furono in tutto soltanto 4.
Ricordiamo che il cosiddetto bonus è un ristoro mensile che viene pagato agli abbonati quando l’indice di affidabilità di una linea scende sotto il livello fissato dal contratto.
Nel 2020, il Covid sconvolse la vita di tutti i noi e inevitabilmente sconvolse anche il trasporto pubblico, su gomma e su ferro.
Nel 2023 è finita ufficialmente la pandemia di Covid, ma nel frattempo, già dalla seconda parte del 2022 il trasporto pubblico su ferro era lentamente ritornato ai livelli di servizio fissati dal contratto firmato nel 2018 e i treni erano tornati a riempirsi, prevalentemente, di lavoratori e studenti, così come accadeva in precedenza.
Nel frattempo è proseguito il processo di rinnovamento del materiale rotabile così come fissato nel contratto tra Regione e Trenitalia, che consentirà di giungere al completo rinnovamento del materiale rotabile (il contratto prevede investimenti per 912 milioni, necessari per acquistare 100 nuovi treni).
Anche grazie al processo di rinnovamento dei treni, l’indice di affidabilità fissato dal contratto come obiettivo minimo mensile da raggiungere per i gestori del servizio è ovviamente salito e oggi è pari a 97.5%.
Ricordiamo che l’indice di affidabilità non corrisponde al livello di puntualità, calcolato tenuto conto dei minuti di ritardo, dei treni soppressi e dei minuti di treni programmati.
Cosa succede?
L’indice è salito, ma purtroppo l’affidabilità di tutte le linee della Toscana è crollata come dimostra il dato relativo ai bonus pagati nello scorso mese di dicembre, quando in un solo mese è maturato il diritto al bonus su ben 8 delle 14 linee toscane.
Un peggioramento del servizio che non era immaginabile al momento della firma del contratto di servizio quando, sulla base dei livelli di affidabilità raggiunti furono fissati obiettivi sfidanti, con l’impegno dei gestori e con la consapevolezza che il rinnovo completo del parco treni circolante e lo sviluppo della tecnologia nell’infrastruttura avrebbero garantito questa possibilità.
Purtroppo la situazione descritta dai numeri dello scorso dicembre va nella direzione opposta rispetto a quella immaginata alla firma di quel contratto.
Basti dire che sulla linea Firenze-Arezzo-Chiusi, la più utilizzata dai pendolari toscani insieme alla linea Firenze-Livorno, nel gennaio del 2018 il livello di affidabilità del servizio era pari al 99,3, mentre nello scorso dicembre è stato pari al 96,5%, tanto da far scattare il diritto degli utenti al ristoro garantito dal bonus. Dati che precipitano ben al di sotto del 90% se si guarda alla sola puntualità.
E questi sono dati medi, calcolati sull’intera programmazione giornaliera.
Purtroppo il massimo dell’inaffidabilità si registra nelle fasce in cui si arriva ai picchi di servizio, ovvero nelle cosiddette fasce pendolari del mattino e del pomeriggio.
La nostra iniziativa
Di fronte a questi dati e alla situazione descritta dagli utenti sui treni della Toscana, abbiamo deciso di salire su alcuni dei treni più critici delle diverse tratte, per ascoltare dai pendolari la descrizione dei disservizi e toccare con mano la situazione che si vive a bordo di questi treni.
Da questa giornata – svoltasi il 12 marzo 2024 – vogliamo trarre indicazioni e suggerimenti per poter sostenere con forza l’iniziativa e l’impegno dell’assessorato competente, con i gestori del servizio, con l’obiettivo di ottenere dai gestori che sia data piena attuazione al percorso che era stato tracciato con la firma del contratto servizio del 2019.
Tutto ciò, con la consapevolezza che la svolta che fu alla base dei risultati conseguiti nel biennio 2018-19 ebbe all’origine una attiva partecipazione da parte dell’azionista di maggioranza di Fs che è il Governo, che dette una chiara indicazione ai gestori nel senso di un forte impegno per la qualificazione del servizio di trasporto regionale su ferro.
Grazie a questa disponibilità e al grande sforzo messo in campo dalla Regione, quello che fu definito la “cura del ferro”, si riuscì a raggiungere un buon livello di efficienza su quasi tutte le linee. E nel nuovo contratto di servizio erano previste le azioni necessarie per risolvere le criticità che restavano, in particolare sulle linee a binario unico e con treni diesel, di cui era in programma il totale rinnovamento.
Cosa chiediamo
Garantire ai pendolari l’affidabilità del servizio ai livelli previsti dal contratto, maggiore impegno e investimenti di Trenitalia e Rfi, l’impegno del governo, azionista unico di Fs, per sostenere il trasporto regionale.