Violenza di genere; ok a nuova legge Consiglio con collaborazione Giunta. Vannucci e Nardini: «Rafforziamo azione rieducativa e riconosciamo come vittime chi assiste alla violenza»


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Via libera del Consiglio regionale alla proposta di legge sulla violenza di genere frutto di un lavoro congiunto tra Giunta e Consiglio; legge promossa dal consigliere regionale Pd, Andrea Vannucci in sinergia con l’assessora alle pari opportunità Alessandra Nardini

 «In Toscana istituiamo percorsi di rieducazione per gli autori di violenza domestica e di genere e il riconoscimento come vittime delle persone che assistono alle aggressioni, dando centralità al tema della violenza assistita in cui nella maggior parte dei casi sono coinvolti bambini e bambine. Proprio in queste ore in Toscana, a Barga, si è consumato l’ennesimo femminicidio: un fatto terribile che conferma la necessità di intervenire con azioni urgenti. Con questa proposta di legge approvata prima dalla commissione sanità e ieri dal Consiglio regionale andiamo a modificare la legge 59 del 2007, con cui la Toscana, negli anni, ha messo in campo misure per tutelare la sicurezza delle donne, come i percorsi per l’autonomia e il reinserimento economico e sociale. Grazie a un lavoro congiunto tra Giunta e Consiglio, adesso, con la nuova legge, facciamo nostre le prerogative della Convenzione di Istanbul del Consiglio d’Europa, potenziando l’azione degli strumenti rieducativi e formativi e il lavoro di contrasto agli stereotipi di genere. La Toscana compie un passo avanti importante nella lotta alla violenza di genere: attraverso la promozione, da parte della Regione, di interventi volti alla presa in carico e alla rieducazione degli autori di violenza al fine di cessare comportamenti violenti; il riconoscimento come vittime e persone offese anche coloro che assistono alle violenze; l’istituzione di un elenco regionale dei centri antiviolenza e delle case rifugio, e l’elenco dei centri per gli uomini autori di violenza domestica e di genere operanti sul territorio regionale. Con un ordine del giorno collegato alla legge impegniamo inoltre la Giunta ad avviare un aggiornamento alle politiche di contrasto alla violenza di genere, coinvolgendo la commissione consiliare competente e i molteplici soggetti interessati, a partire dal Comitato Regionale di Coordinamento sulla violenza di genere; e di portare avanti, così come proposto dalla Commissione Pari Opportunità, azioni di prevenzione e sensibilizzazione nelle scuole. Si tratta di misure che consentiranno anche di potenziare la capacità di fare rete con i centri antiviolenza, le case rifugio e con tutti i soggetti impegnati in questo settore. Crediamo, con forza, che per contrastare la violenza, la sopraffazione, la discriminazione legate al genere serva un investimento culturale rinnovato. Un impegno diffuso in grado di riconoscere e intervenire, soprattutto in maniera preventiva». È quanto dichiara Andrea Vannucci, consigliere regionale Pd e vicepresidente della commissione sanità illustrando in Aula la proposta di legge di cui è primo firmatario “Disposizioni in materia di presa in carico e rieducazione degli autori di violenza di genere. Modifiche alla l.r. 59/2007, approvata oggi in Consiglio regionale.

«Ringrazio il Consigliere Vannucci per aver condiviso questa proposta con il nostro Assessorato e per aver voluto, insieme al presidente di commissione Sostegni, un momento di confronto con il Comitato Regionale di Coordinamento sulla violenza di genere – continua Alessandra Nardini, Assessora all’istruzione, formazione professionale e pari opportunità della Regione Toscana – Siamo orgogliosi di quanto la Toscana ha fatto in questi anni per combattere e prevenire il drammatico fenomeno della violenza di genere e per sostenere le donne vittime di violenza, le loro figlie e i loro figli nell’uscire dalla spirale della violenza e nel tornare libere e autonome. Sappiamo però che è necessario, a tutti i livelli, potenziare il nostro impegno, a partire dalla prevenzione e dalla promozione di una cultura di rispetto e parità. Siamo convinti che sia fondamentale partire dalle scuole, anzi, fin dai servizi educativi per l’infanzia, per innescare quel cambiamento culturale capace di destrutturare stereotipi e ruoli di genere, di superare quella cultura patriarcale che sta alla base di questo fenomeno. Credo che sia importantissimo raccogliere le sollecitazioni che ci arrivano dai vari soggetti operanti nelle reti antiviolenza attive sul territorio regionale e dar avviso ad un più ampio lavoro di revisione e aggiornamento della nostra legge contro la violenza di genere. Su questo, sempre in sinergia con il Consiglio regionale e con la Commissione Regionale Pari Opportunità, confermo la mia piena disponibilità e volontà».

 

 

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