Un dovere imprescindibile


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MonniLASTRA A SIGNA- 11,05. Entro nel centro di accoglienza di Lastra a Signa e la prima persona che mi viene incontro è un giovane ragazzo che mi saluta cordialmente. Si chiama Mohamadou, ha vent’anni  e proviene dal Mali. Dopo aver superato quel normale ed iniziale imbarazzo, Mohamadou inizia a raccontarmi la sua storia.

Nel suo paese Mohamadou stava imparando il mestiere di sarto ma la situazione nella sua città era insostenibile. Ha vissuto in mezzo alla guerra civile portata avanti dai ribelli proprio nella sua città: Gao.

“Sono stato accolto dalla città di Lastra a Signa – racconta Mohamadou- con grande senso dell’ospitalità da parte della popolazione. Vorrei costruirmi una vita trovando un lavoro, imparando meglio la lingua e integrandomi nella comunità. spero così di rendermi utile e rimanere.”E’ così che, dopo un attacco delle forze ribelli, decise di lasciare la sua terra,  avventurandosi in un viaggio verso l’Algeria, dov’è rimasto un anno, prima di raggiungere la Libia.

Si trova in Italia da circa un anno, ospitato da una cooperativa presso un centro  di Lastra a Signa. Mohamadou non si aspettava di trovare il sostegno di tante persone: è per questo che, fin da subito, ha iniziato a frequentare un corso di italiano e si è impegnato in molte attività di volontariato con l’Auser, per potersi integrare al meglio nella comunità che lo ha accolto e portare il suo contributo.Monni2

Guardiamo ogni giorno migranti che tentano di raggiungere le coste italiane o gli altri Paesi europei. L’Italia, così come la Toscana, ha fatto e sta facendo molto per rispondere a questa emergenza internazionale che però necessita di risposte di più ampio respiro. Come forza politica, vogliamo spegnere il fuoco del populismo e del “rimandiamoli a casa” e guardando negli occhi ragazzi come Mohamadou capisco che ciò che stiamo facendo è un dovere imprescindibile e dal quale non possiamo esimerci.

Monia Monni

 

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