Carceri: attività Garante, approvata a maggioranza la risoluzione


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Firenze 01.07.2014 – Votata a maggioranza la risoluzione che esprime l’apprezzamento per l’attività del Garante regionale dei detenuti nel 2013. Astenuti i gruppi dell’opposizione, ad eccezione di Fratelli d’Italia, che ha votato contro.
La risoluzione, che era stata licenziata all’unanimità dalla commissione Affari istituzionali, è stata illustrata dal presidente della I Commissione Marco Manneschi che ha citato alcuni dei dati e delle osservazioni sulla nostra regione richiamati nella relazione del Garante, Franco Corleone. Tra questi il calo “ancora modesto” della popolazione detenuta e il degrado strutturale di molti carceri toscani, accanto al contestuale il mancato utilizzo del patrimonio edilizio esistente, “la cui fruizione inciderebbe sensibilmente sul sovraffollamento di alcune strutture”. L’analisi della popolazione detenuta nella nostra regione mostra che il 26 per cento dei detenuti non è in carcere per scontare una pena, ma perché in custodia cautelare (il dato nazionale è del 36 per cento). Si riscontra “un aumento nell’applicazione di misure alternative alla detenzione, dovuto principalmente all’accresciuto ricorso alla detenzione domiciliare, mentre risultano in calo gli affidamenti in prova, misura alternativa dal maggior contenuto trattamentale e risocializzante”. Anzi, Manneschi ricorda che “le recidive calano in modo vertiginoso con l’affidamento in prova, che si dimostra la strada maestra per aiutare il detenuto a trovare un reinserimento”. Un “punto giustamente sollevato” nella relazione del Garante è quello relativo alla salute, sia in relazione al funzionamento della sanità penitenziaria (passata nel 2008 al Sistema sanitario nazionale), sia per le azioni per la salute dei detenuti tossicodipendenti (protocollo del dicembre 2013 della Regione Toscana, Ministero di Giustizia, Tribunale di sorveglianza di Firenze e Anci Toscana), così come indicato tra gli impegni programmatici indicati da Corleone per il 2014. Un aspetto, quello della salute per chi è costretto in detenzione, che mette in discussione lo stesso principio di uguaglianza dei cittadini, ha ricordato Manneschi.
La risoluzione cita anche la lettera aperta dello scorso aprile sulle condizoni carcerarie in Italia presentata dal Garante toscano nell’introduzione alla relazione, indirizzata in primis al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, con la quale si chiede alle autorità nazionali di fare ulteriori passi sul terreno delle riforme legislative (verso la diversificare il sistema sanzionatorio, la depenalizzazione, il cambiento del sistema di gestione delle carceri, e anche per dare una risposta immediata ai pochi bambini ancora rinchiusi insime alle mamme in istituti).
La risoluzione, ha concluso Manneschi, ribadisce l’impegno della Toscana, assunto con la legge del 2009 istitutiva del Garante regionale, per assicurare la finalità rieducativa della pena e il reinserimento sociale dei condannati e, più in generale, l’effettivo godimento di tali diritti all’interno delle strutture restrittive della libertà personale. L’apprezzamento è espresso per l’attività svolta dal garante, prima Alessandro Margara e poi Franco Coroleone.

Apprezzamento per la relazione anche dal consigliere Marco Spinelli (Pd), attento a un “problema di fondo”: strutture e sovraffollamento non sono neppure degne di una grande civiltà quale quella storicamente espressa dalla nostra terra. La questione investe anche aspetti sui quali le iniziative non dipendono dalla Toscana, come nel caso della Fini-Giovanardi e come anche per gli interventi sulle strutture. Il consigliere ha esortato a “lasciare da parte le considerazioni di appartenenza”, ringraziando Corleone per “una relazione vera, basata su fatti reali”. Enzo Brogi(Pd) ha citato il problema delle persone in attesa di giudizio, quello “delle gravi condizioni igieniche”, e le condizioni sanitarie: “la Regionepuò impegnarsi ulteriormente”. Il consigliere ha citato una lettera ricevuta da un detenuto di Sollicciano che deve attendere per avere una vista oncologica di particolare delicatezza; ha ricordato le condizioni di sovraffollamento, il diritto negato alla libertà dei bambini “che se gli chiedi dove abitano rispondo che stanno in carcere”. Accanto a chi “attende lo Stato nazionale, perché in attesa di giudizio” c’è chi è in carcere a causa “del disastro della Fini-Giovanardi”. Brogi ha espresso “totale consenso” a Corleone per la relazione e ha rivolto una sollecitazione affinchè Firenze, capoluogo, proceda alla nomina del Garante tuttora mancante.

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