Crisi Lucchini-Severstal, I capigruppo di maggioranza in Regione: “Una seduta straordinaria del Consiglio regionale a Piombino”.


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«Si tenga al più presto una seduta straordinaria del Consiglio regionale a Piombino». E’ quanto chiedono i capigruppo di maggioranza Vittorio Bugli (Partito Democratico), Marta Gazzarri (Italia dei Valori), Monica Sgherri (Sinistra, Federazione della Sinistra-Verdi) e Pieraldo Ciucchi (Sdi-Gruppo Misto). «Ho ritenuto di avanzare questa proposta, subito accolta da tutta la maggioranza – spiega Vittorio Bugli – perché ciò che accade a Piombino, con la situazione che attraversa il gruppo Lucchini-Severstal, ha un carattere di estrema urgenza e straordinarietà. Si tratta di una questione non solo toscana, – prosegue Bugli – di carattere nazionale, visto che stiamo parlando del 2° polo siderurgico del Paese. Parliamo del destino di 3500 lavoratori, delle loro famiglie, insomma del futuro di un’intera comunità. Per questo – conclude il capogruppo Pd – bisogna fermarci tutti e andare lì». E proprio per chiedere impegni precisi a Palazzo Chigi, all’ordine del giorno c’è già iscritta una mozione, un documento firmato dai due consiglieri di Piombino, Andrea Manciulli e Matteo Tortolini, dal presidente della commissione speciale sull’emergenza occupazionale, Paolo Marini e dagli stessi capigruppo di maggioranza. Proprio oggi Marini ha annunciato che la commissione parteciperà alla mobilitazione indetta dai lavoratori a Piombino per giovedì 22 luglio. «La commissione – ha detto Marini – sarà compatta a fianco dei lavoratori e rinnova la richiesta di interventi rapidi da parte di tutti, a partire dal Governo». «La gravità della crisi delle acciaierie – spiega Tortolini – è ormai sotto gli occhi di tutti. Parliamo di una situazione debitoria verso le banche di ben 700 milioni di euro, in assenza di un nuovo piano industriale e con l’incontro dello scorso 5 luglio che non ha portato a nulla di concreto, ma ha confermato la difficoltà di vendere lo stabilimento. Al governo – conclude Tortolini – chiediamo un’iniziativa forte per pervenire a una vendita dello stabilimento che si basi sul rilancio del sito industriale e che quindi salvaguardi i livelli occupazionali in Valdicornia». Per Marta Gazzarri, capogruppo dell’IdV, «Ciò che accade a Piombino è lo specchio di cosa sono diventate le politiche industriali del governo: uno stabilimento va in malora, migliaia di lavoratori rischiano il posto e intanto non c’è nemmeno un ministro allo sviluppo economico che si occupi della vicenda» Monica Sgherri, capogruppo della FdS, ritiene che «Si tratta di una battaglia fondamentale per il comparto manifatturiero della Toscana, un settore che rischia di subire un colpo mortale, con migliaia di lavoratori, tra dipendenti ed indotto, che non avrebbero moltissime chance di ritrovare una collocazione. Un colpo esiziale – insiste Sgherri – per l’economia di un’intera zona della nostra regione». Pieraldo Ciucchi, infine, sostiene che «Il Consiglio e la giunta regionale devono dare prova di grande vicinanza e preoccupazione per il destino del polo siderurgico di Piombino, come storicamente è stato per tutte le situazioni di emergenza e di crisi in ogni parte della Toscana. Non una solidarietà formale – conclude Ciucchi – ma lavoro e impegni precisi».

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